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Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

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Sul reintegro alla presidenza dell’Agenzia Sanitaria Nazionale Franco Toniolo

(1 Ottobre 2006)

Il governo Prodi, attraverso un provvedimento firmato dal ministro alla Sanità Livia Turco, reintegra - come se nulla fosse accaduto - alla presidenza dell’Agenzia Sanitaria Nazionale Franco Toniolo, il segretario regionale per la Sanità ed i Servizi Sociali della Regione Veneto, da poco scarcerato nell’ambito dell’inchiesta su un giro di tangenti volto a favorire la strutture private.

La RdB CUB Sanità vuole sottolineare la gravità di questa decisione, che rafforza la politica sanitaria della Regione Veneto.

Proprio in questi giorni abbiamo assistito all’arresto del vicedirettore dello Spisal dell’Asl 12 Veneziana per corruzione, concussione e favoreggiamento per un presunto giro di mazzette per la bonifica di aree inquinate e lo smaltimento di amianto.

Purtroppo la sanità veneta non è nuova a questi scandali: basta ricordare quello delle valvole cardiache, in cui un primario ha praticamente venduto la vita dei suoi pazienti per il classico piatto di lenticchie.

La qualità dei servizi sanitari sta scadendo: tutto il paese è attraversato da scandali sanitari di sperpero, corruzione, finanziamento occulto dei partiti.

Ciò nonostante, due settimane fa, nell’occasione di una visita al cantiere del nuovo ospedale di Mestre, il ministro Livia Turco, rimasta abbagliata dalla vetrata della costruzione, ha dichiarato: “E’ un esempio per il paese, e la modalità di finanziamento (il Project financing) dimostra come il pubblico intelligente sia quello che sa coinvolgere il privato, perché se la salute è un investimento tutti vi debbono concorrere !”.
Ed ancora: “Con il prossimo Patto sulla salute il meccanismo di finanziamento premierà i virtuosi”, ed ha quindi portato ad esempio l’Emilia e la Toscana.

Vogliamo ricordare che proprio la grandiosa opera del nuovo ospedale di Mestre (per il quale un pool internazionale di istituti di credito ha sottoscritto i contratti di finanziamento: Abn Amro Bank, Banca Antonveneta, Banca Intesa ed Interbanca, unitamente alla Banca Europea per gli Investimenti), suscita enormi preoccupazioni circa: l’abnorme movimento di denaro; il processo di forte privatizzazione dei servizi sanitari avviato; il rischio di avere costi, con il sistema dei subappalti, non controllabili; la nascita di società S.r.l. e l’acquisto di quote di società immobiliari da parte dell’Asl 12; la mancanza di controllo pubblico sull’alienazione dell’ingente patrimonio immobiliare della Asl 12.

Le citate - dal ministro Turco - Emilia e Toscana sono regioni che hanno costituito società miste pubblico - privato ed aziende che coinvolgono comuni, Asl, Ipab, Cooperative e Terzo Settore: il soggetto pubblico, anziché produttore, è solo sempre più committente.
Il modello delle “Società miste” si rivela una variante dello stesso modello liberista e privatistico, non più pubblico ed universale, avviato dalla nostra Regione.

A questo punto chiediamo al ministro: le regioni “virtuose” premiate saranno quelle che avranno avviato maggiori processi di privatizzazione/esternalizzazione dei servizi, compravendite immobiliari, attività più lucrative sollecitate dall’attuale sistema di pagamento a prestazione ?
Regioni che assicureranno profitto ai privati, e non qualificati interventi sanitari ai cittadini ?


L’inchiesta in corso, della Procura di Venezia, sui “costosi regali” offerti per pilotare gli imprenditori alle prese con la bonifica dell’amianto verso ditte e laboratori “amici”, fa emergere il delicato ruolo degli organismi di vigilanza sull’applicazione delle misure prevenzione e protezione, e dimostra come anche lo smaltimento dell’amianto sia diventato un business enorme: sono centinaia le ditte che nel Veneto eseguono bonifiche, con un costo che supera 50 milioni di euro all’anno.
A fronte di imprenditori senza scrupoli, ispettori disonesti e politici corrotti, occorrono strumenti e mezzi di controllo più efficaci.

La RdB CUB Sanità di Venezia vuole ricordare di avere sollevato il problema - dal giugno 2003 - alla Direzione della Asl 12, riguardante la sicurezza delle tettoie in eternit poste come copertura di alcuni servizi presso l’Ospedale Umberto I di Mestre, chiedendo la predisposizione di uno specifico programma di intervento di bonifica, che potesse prevedere quanto meno l’incapsulamento dell’amianto delle tettoie.
Con successive lettere si era segnalato lo stato di deterioramento delle tettoie, contenenti amianto, poste alla copertura della zona fra la dispensa dei generi alimentari e l’ingresso del servizio farmaceutico ed alla copertura del servizio di Emodinamica del Presidio Ospedaliero, allegando anche documentazione fotografica.

Nel marzo 2004, per mezzo di un articolo apparso sulla stampa locale, il Direttore Generale aveva replicato che “..l’amianto sta bene dov’è, poiché il responsabile tecnico alla sicurezza ha messo per iscritto che quelle tettoie non sono pericolose per nessuno”.

Vogliamo infine sottolineare che nella nostra Asl 12 operano ben 12 Rappresentati dei Lavoratori per la Sicurezza, individuati - e lottizzati - con una delibera del marzo 1998 che li autorizzava provvisoriamente ad operare in attesa dell’elezione che sarebbe dovuta avvenire nel mese di giugno 1998 e che non è mai avvenuta.

Posto il problema - nel marzo 2005 - da parte della nostra Organizzazione Sindacale, nell’ambito della Rappresentanza Sindacale Unitaria, della scarsa rappresentatività dei 12 Rappresentanti per la Sicurezza e della necessità del loro rinnovo e dell’elezione diretta dei lavoratori, ai fini di una maggiore attenzione sugli aspetti della salute e sicurezza per i dipendenti e sull’individuazione delle misure di sicurezza e protezione, la RSU decideva tristemente …di non rilevare tale necessità di rinnovo !

30 settembre 2006

RdB - CUB Sanità Venezia

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