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Marchio Marchionne

Marchio Marchionne

(26 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Esternazione di Marchionne contro la scarsa produttività degli operai italiani

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    Stop Precarietà!! Basta con le mezze misure!!

    (2 Novembre 2006)

    Non avrei mai voluto assistere all'ennesima manifestazione nazionale per un diritto fondamentale: la dignità umana. E non solo nel posto del lavoro.
    Eppure le promesse rimbombate continuamente prima delle ultime elezioni politiche erano chiare ed eplicite: abrogazione della legge 30, abrogazione della legge Moratti, ritiro immediato delle truppe dall'Iraq, maggiore equità sociale.
    Credere ad un modello sociale piu' equalitario non significa propangandarlo esclusivamente ai fini elettorali, ma concretizzarlo in legge.
    Gli scioperi continui che si sono propagati per tutta l'era berlusconiana, riaffiorano esattamente con la stessa intensità su temi che restano ancora oggi aperti, irrisolti, e diventano oggetto di controversie all'interno della coalizione di centro-sinistra.
    Sono circa 5 milioni i lavoratori senza futuro in Italia, tra interinali, co.co.co., co.co.pro., e il vergognoso blocco delle assunzioni si perpetua ormai da 10 anni. La stessa finanziaria 2007 ne comprende le problematiche, ma ne rimanda le soluzioni concrete.
    Oggi il lavoro precariato è la fabbrica della povertà, delle ingiustizie, delle divisioni di classe.

    Siamo ad un vicolo cieco. La coalizione attualmente al governo perde, per le molteplici differenze partitiche individuali, la sua progettualità che dovrebbe trovare sfogo in un percorso comune su temi di vitale importanza.
    Parlare di accordi politico-istituzionali, di nuove coalizioni, di nuove entità politiche, alla ricerca di nuovi consensi significa bypassare un problema che coinvolge milioni di lavoratori precari.
    La burocratizzazione di partiti votati dapprima ad una propositiva opposizione, restano in posizioni statiche per non mettere in pericolo lo status istituzionale raggiunto. Conseguenza: la perdita di una visione reale della società. La confidustria gioisce assumendo il ruolo di garante di una ipotetica carità sociale che servirà a riavviare un economia prosperosa per i soliti pochi.
    Paghe milionarie per manager incapaci, e piccoli spiccioli per i nuovi schiavi lavoratori, sottomessi alle regole di mercato e rassegnati comunque alla loro posizione di sfruttamento.

    Salari piu' bassi, lavoro nero e ricattabilità nei luoghi di lavoro sono all'ordine del giorno.

    Dal modello del precariato ne pagheremo tutti le conseguenze, da chi ha già un posto di lavoro fisso a chi ha già raggiunto faticosamente l'età pensionabile. Inevitabile.

    La stagnazione economica-sociale a cui stiamo assistendo ci lancia un segnale che non lascia adito a dubbi. Non è piu' tempo per le mezze misure.
    Non si può dunque trovare soluzione all'interno delle strutture economiche del capitalismo deregolamentato attualmente in vigore nel nostro paese.
    Dobbiamo inevitabilmente scegliere quale sia il percorso verso un cambiamento sociale, che crei un tangibile rapporto tra lo sviluppo e il progresso sociale.
    L'era neo-liberalista ha pienamente fallito, eppure si resta ancora sulla scia di questo pensiero per paura di perdere i propri privilegi personalistici.
    Ci vuole coraggio per dare un taglio netto ad una situazione che è divenuta ormai insostenibile.

    L 'alternativa è lottare, perchè il futuro ci appartiene. Un socialismo da inventare non è folle utopia.
    Noi ci saremo.

    Roma - Sabato 4 novembre
    Manifestazione Nazionale
    Stop Precarietà ora!!

    Alessandro Ambrosin

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