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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

Solidarietà con il lavoratore licenziato dalla Casa di riposo di Rovereto.

(6 Novembre 2006)

Nella CSA di Via Vannetti l’avvenuta esclusione dello Slai-cobas dal tavolo delle trattive non conseguirà certo l’esito di chiudere la bocca ai lavoratori iscritti al nostro sindacato, anzi è un dato che a maggior ragione ci spinge ad evidenziare problematiche che in ultima analisi riguardano l’intera collettività.

Come Slai-Cobas esprimiamo profonda preoccupazione per il clima autoritario che si sta respirando nella Casa di Riposo. L’ultimo episodio è quello, di particolare gravità, relativo al licenziamento per motivi disciplinari di un lavoratore in seguito ad un conflitto verbale con il locale dirigente dell’associazione di volontariato AVULS. Il dirigente di quest'associazione, operando come volontario nella CSA si intrometteva infatti nello svolgimento del lavoro ritenendo evidentemente di poter esercitare un potere direttivo.

In nome della necessità di valorizzare gli apporti dei volontari (i quali, a volte, come la stessa AVULS, operano tramite delle convenzioni con l’Azienda Sanitaria, il tutto a carico del denaro pubblico) si segue la linea di non assumere nuovi dipendenti mirando addirittura a sostituire quelli a tempo indeterminato con personale precario.

La realtà è che, a fronte di un carico di lavoro crescente, il personale della CSA si ritrova a dover effettuare turni più lunghi ed a saltare giorni di riposo settimanale. Il tutto in un quadro in cui il personale OSA è costretto a far fronte, oltre al carico di lavoro relativo all’assistenza, anche a compiti infermieristici di contenimento di situazioni di particolare difficoltà emotiva e psichica. Si tratta di situazioni, quest’ultime, che si riscontrano con una certa frequenza nel momento in cui la Casa di Riposo, anche a causa della carenza di apposito personale infermieristico e di personale in grado di assolvere ad un ruolo terapeutico-riabilitativo, diventa molto simile ad una sorta di "parcheggio".

E’ evidente che la molteplicità di mansioni assistenziali ed infermieristico/riabilitative, che oggi gravano principalmente sul personale OSA, non possono che tradursi in una situazione di duplice disagio, da un lato per il personale chiamato a gestire situazioni critiche senza averne competenze e strumenti, dall’altro per gli ospiti costretti a subire situazioni di abbandono sul versante del sostegno terapeutico.

E’ ovvio che il ripetersi quotidiano di dinamiche di questo tipo è indicativo di carenze strutturali i cui costi vengono scaricati su quelle che sembrano essere le ultime ruote del carro, ossia ospiti e dipendenti. Il paradosso è che i lavoratori OSA, a cui vengono richiesti compiti impossibili in quanto tra l’altro incompatibili con la propria specifica professionalità e con gli strumenti a propria disposizione, vengono poi tartassati ed addirittura licenziati, magari grazie anche all’intervento di qualche "volontario" particolarmente influente, se si ritrovano eventualmente in difficoltà nell’eseguirli.

Noi come Slai-Cobas esprimiamo il nostro impegno sindacale a fianco del nostro collega e compagno licenziato ed a fianco di tutti i dipendenti vessati in questi ultimi anni da uno stillicidio di contestazioni disciplinari. Invitiamo gli altri sindacati della CSA a scendere in campo per realizzare l’unità dei lavoratori e per garantire la ripresa dell’iniziativa sindacale che da anni langue all’interno della CSA. Invitiamo infine le forze politiche disponibili ad affrontare la situazione sempre più pesante esistente nella CSA. Lo Slai-Cobas si rende disponibile ad informare le forze interessate.

Sebastiano Pira
Resp. Prov.le Slai-Cobas

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