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Somalia: gli ascari alle porte

E la scandalosa scelta di campo italiana

(7 Novembre 2006)

Sono islamiche, sono antiamericane, quindi le Corti somale sono tacciate di qaedismo.

Sono mesi, sin da quando il variegato movimento guerrigliero unitosi nel fronte che va sotto il nome di Unione delle Corti Islamiche ha cacciato dalla capitale gli ultimi signori della guerra foraggiati dagli occidentali, che la stampa occidentale insiste con questa ignobile campagna di disinformazione e criminalizzazione.

La stessa stampa tenta disperatamente di accreditare il Governo di Baidoa (TFG) come legittimo.
Per loro e’ legittimo infatti solo chi si vende agli interessi dell’imperialismo euroamericano.

Un imperialismo che gia’ invase la Somalia e se ne dovette andare con la coda tra le gambe—non senza aver compiuto ogni sorta di sopruso e crimini (nessuno dimentichi quelli di cui si macchiarono i soldati italiani, le raccapriccianti immagini di giovani somali seviziati e torturati dai nostri gloriosi Para’ ).
Con soldati impegnati a prendere legnate su troppi fronti, impossibilitati quindi a orchestrare una nuova invasione, gli occidentali, memori della tecnica fascista di arruolare al proprio servizio tribu’ locali contro il movimento indipendentista etiope, per una crudele nemesi storica, adoprano oggi l’Etiopia per stroncare sul nascere la rinascita della Somalia.

Truppe etiopiche sono infatti penetrate da mesi in Somalia e si sono installate nella cittadina di Baidoa, dove il governo mafioso e fantoccio TFG, privo di ogni legittimita’ popolare, ha il suo quartier generale.
E’ la prima fase della probabile (dopo la stagione delle piogge) invasione della Somalia da parte delle truppe etiopiche.

L’Italia Dalemiana, erede del colonialismo fascista, ha in effetti una voce in capitolo.
L’Italia Dalemiana e’ anche stavolta scandalosamente “equivicina”.

In che senso e’ presto detto: sta dalla parte del governo fantoccio di Baidoa.
Ce lo fa sapere Mario Raffaelli, che lavora in stretto contatto con la pacifista rifondarola Patrizia Sentinelli.
Dice Raffaelli che l’Italia scongiura la guerra ma pone alle Corti Islamiche due condizioni: “Riconoscere l’autorita’ del presidente Abdullah Yusuf e accettare la Costituzione” (Corriere della Sera del 4/11).

Ma chi e’ questo Yusuf? Un piccolo criminale della guerra che spadroneggia nel Nord della Somalia (Puntland), salito in auge come uomo di Bush nella caccia ai “qaedisti” oggi al diretto servizio di Addis Abeba.
Egli fu eletto Presidente nell’agosto 2004 da un “parlamento” di mafiosi notabili tribali in quanto garante degli interessi euroamericani e con l’appoggio aperto del governo Berlusconi-Fini .
Per quanto riguarda la cosiddetta Costituzione e’ meglio stendere un pietoso velo.

Che il governo di sinistra chieda ai movimenti che hanno liberato Mogadiscio da questi satrapi di riconoscere Yusuf come presidente legittimo e’ un gesto gravissimo quanto scandaloso.
Scandaloso perche’ mostra fino a che punto la politica estera italiana nel Corno d’Africa non sia cambiata di una virgola dopo lo sfratto di Berlusconi e Fini.
Gravissimo perche’ questa richiesta lungi dall’essere equivicina o neutrale e’ un appoggio sfacciato ai signori della guerra, al governo fantoccio di Baidoa e dunque un implicito semaforo verde all’aggressione per conto terzi da parte dell’Etiopia.

Notiziario del Campo Antimperialista ... 6 novembre 2006

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