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    Le minacce governative al Forum sociale europeo

    Comunicato stampa dei Cobas scuola

    (26 Ottobre 2002)

    L'incontro di oggi tra le autorità locali fiorentine e toscane e la delegazione del Forum sociale europeo si è concluso positivamente, con la definizione dell'accoglienza per i partecipanti al FSE e con l'autorizzazione di tutte le manifestazioni, al chiuso e all'aperto, per i 5 giorni del Forum (6-10 novembre).
    Purtuttavia, siamo altamente preoccupati a causa delle dichiarazioni di ieri alla Camera del ministro degli Interni Pisanu, che hanno rivelato scopertamente la volontà governativa di ostacolare in ogni modo, fino ad impedirlo, il Forum, presentandolo ossessivamente sotto una luce cupa e minacciosa: preoccupazioni che aumentano valutando l'impostazione che un quotidiano assai influente come il "Corriere della Sera" dà all'intera vicenda, lanciando una sfacciata campagna per il rinvio/annullamento del FSE.

    Pisanu ha annunciato presunte minacce che graverebbero sul pacifico svolgimento del Forum: ma gli elementi forniti a supporto di tale tesi appaiono assolutamente sconcertanti e provocatori.

    Innanzitutto, secondo Pisanu vi sarebbero organizzazioni "violente" intenzionate a stravolgere il Forum: ma l'elenco delle "organizzazioni a rischio" comprende strutture come Globalize Resistance, inglese, o l' MRG (Movimento di resistenza globale), spagnolo, pacifiche strutture di massa che hanno organizzato a Londra e Barcellona, rispettivamente, manifestazioni di centinaia di migliaia di persone senza il minimo incidente; o come la Rete No Border o Global Action People che, altrettanto pacificamente, organizzano e difendono i diritti dei migranti e i diritti sociali in Europa.

    Il secondo elemento fornito da Pisanu è ancor più grottesco/ insostenibile.
    Secondo il ministro, si sarebbe "aperta all'interno dell'ala antagonista del movimento, in particolare tra Cobas e disobbedienti, un'inquietante contesa per la leadership", che metterebbe a repentaglio la sicurezza del FSE.
    E' comprensibile che Pisanu non possa capire come la ricchezza e la pluralità del movimento antiliberista escluda le lotte per la leadership di chiunque.
    Ma in realtà il governo sta inventando capri espiatori per una "degenerazione" del Forum, ridotto a puro problema di ordine pubblico, che le forze di governo, e forse non solo, sollecitano ed auspicano.
    A riconferma di ciò, Pisanu fornisce un terzo, presunto elemento di "tensione", indicando nella manifestazione di Camp Darby del 6 novembre (promossa dalla Confederazione Cobas, dal Movimento antagonista toscano, da Globalize Resistance, dal Greek social forum e da varie altre realtà antagoniste italiane ed europee) l' iniziativa "a più alto rischio", dalla quale dipenderebbero tutte le sorti del Forum.
    In realtà, tale manifestazione, che intende denunciare il ruolo USA nella guerra permanente e la gravissima situazione di interi territori nazionali consegnati agli Stati Uniti, è un'iniziativa assolutamente pacifica di alcune migliaia di persone, peraltro in aperta campagna: ma Pisanu la vuole dipingere come possibile fonte di scontri e violenze.

    Insomma, il ministro sembra auspicare l' "imbarbarimento" e la "distruttività" di un Forum totalmente pacifico e costruttivo e pare voler evocare tutti i possibili "fantasmi violenti" della fantasia massmediatica.
    La memoria non può, purtroppo, che tornare a Genova e al bestiale meccanismo fatto scattare colà dal governo: appare evidente che, tra chi comanda, molti auspicano una replica, temendo assai il potenziale antiliberista e di costruzione dell'opposizione politico-sociale di questo movimento, che si vuole confinare sempre e comunque a problema di ordine pubblico.
    Noi ci opporremo in ogni modo a questa tremenda e costante strategia.
    Vogliamo che Firenze accolga serenamente un grande appuntamento di discussione, organizzazione e mobilitazione di massa contro il liberismo e contro la guerra: e non daremo tregua, politicamente, a chi intende costruire un nuovo capitolo da "strategia della tensione".

    Piero Bernocchi
    portavoce Cobas scuola

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