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Pro mutuo mori

Pro mutuo mori

(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

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    Via dall'Afghanistan e dai teatri di guerra. Se non ora, quando?

    (10 Novembre 2006)

    Il Consiglio dei Ministri dovrà approvare nuovamente il decreto per il rifinanziamento della missione militare in Afghanistan. Entro marzo, la decisione della ratifica di questo decreto, spetterà di nuovo ai due rami del Parlamento.
    Il movimento contro la guerra - nel nostro e in altri paesi - non ha mai inteso rinunciare ad una battaglia che ha come obiettivo la fuoriuscita dell'Italia dalla guerra preventiva e permanente e il ritiro delle truppe da tutti i teatri di guerra.

    Sappiamo tutti che a luglio questa aspettativa, cresciuta anche alla luce delle possibilità di incidere concretamente nelle scelte del nuovo governo, è stata disattesa da un voto parlamentare che ha consentito la prosecuzione della presenza militare italiana in Afghanistan nel quadro dell'operazione NATO/Isaf.

    Questa aspettativa disattesa ha provocato fratture, divisioni, disillusioni e delusioni nel composito movimento per la pace. Tale frattura si è ripetuta in modo ancora più profondo sulla missione militare Unifil in Libano sulla quale, anche alla luce dello sviluppo degli eventi sul campo, ribadiamo tuttora la nostra contrarietà.

    Il 30 settembre, una parte del movimento ha scelto di manifestare su una piattaforma avanzata non condivisa pienamente da altre aree. E' il segno che dentro al movimento contro la guerra occorre dare continuità ai momenti di discussione seria sugli obiettivi, l'autonomia, la funzione e le forme del movimento stesso.
    Il 18 novembre a Roma scenderà in piazza la rete delle realtà impegnate al fianco della lotta di liberazione del popolo palestinese con un invito alla massima partecipazione di tutti coloro che non solo hanno raccolto in questi anni l'urlo della Palestina ma anche di chi non ha mai ritenuto che il movimento potesse essere equidistante tra occupanti ed occupati.
    Allo stesso tempo emerge però l'esigenza di strutturare e stabilizzare le reti, le relazioni e le realtà del movimento per affrontare una fase che vede aumentare e non diminuire la militarizzazione, i pericoli di guerra e il pesante coinvolgimento dell'Italia. La convocazione nelle prossime settimane di assemblee territoriali nelle varie città, è fondamentale per la ricostruzione di realtà locali collettive che affrontino unitariamente l'agenda dei problemi al di là degli appuntamenti nazionali, che riattivino le soggettività e recuperino le disponibilità disperse dagli eventi politici degli ultimi mesi.
    L'esperienza di mobilitazione popolare in corso a Vicenza contro la nuova base Usa al Dal Molin, è una indicazione importante che deve essere sostenuta da tutto il movimento. In tal senso raccogliamo positivamente l'appello ad una manifestazione nazionale sabato 2 dicembre a Vicenza contro la nuova base USA e per lo smantellamento delle basi militari.

    Sull'Afganistan ma anche sul Libano sono in gioco infatti moltissime cose: dalla complicità con le barbarie contro i civili da parte dei contingenti militari della NATO alla collaborazione con il nucleo duro della guerra infinita, dalla demistificazione degli interventi militari "multilaterali" alla coerenza stessa del movimento contro la guerra richiamata con forza nelle mobilitazione di luglio in occasione del voto sulla missione ISAF/NATO.

    Riteniamo in conclusione che sia non più rinviabile un percorso di riflessione e organizzazione di un movimento contro la guerra adeguato alla posta in gioco.

    Vogliamo mettere in campo a dicembre dei momenti di discussione e iniziativa pubblica con l'assemblea nazionale il 16 dicembre a Roma di tutte le soggettività del movimento contro la guerra che intendono dare coerenza, dignità e incisività agli obiettivi e ai contenuti su cui ci siamo mobilitati in questi anni sulla base di un chiaro NO alla guerra, senza se e senza ma. Dovrà essere un appuntamento che pesi politicamente sulle decisioni del parlamento relative al ritiro delle truppe dall'Afghanistan e da tutti i teatri di guerra e che prepari su questo obiettivo una grande manifestazione nazionale entro gennaio.

    prime adesioni:

    Confederazione Cobas
    Comitato per il ritiro dei militari italiani
    Forum Palestina
    Comitati Iraq Libero
    Partito Comunista dei Lavoratori
    Rete dei Comunisti
    Red Link
    Utopia Rossa
    Campo Antimperialista

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