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Addio compagne

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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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La sconfitta del PRC in Molise?

E' colpa dei vertici nazionali filogovernativi

(14 Novembre 2006)

Voci di “dimissioni a catena”, di “resa dei conti” e di “terremoti”, paventate in un articolo, peraltro non firmato, del vostro quotidiano informatico, a me paiono alquanto infondate e artatamente catastrofiste.

La stessa vicenda del circolo di Guglionesi, presa ad emblema, è stata chiarita dall’intervento dei compagni, che hanno spiegato trattarsi di incomprensioni interne che nulla hanno a che vedere con il risultato elettorale conseguito in quella realtà, tutto sommato lusinghiero.

In merito alla spinosa e complessa questione riguardante il risultato elettorale del PRC molisano, è del tutto evidente che questa sarà argomento, nei prossimi giorni, di approfondita riflessione e di serrato dibattito nel partito, ove nessuno di noi si sottrarrà ai propri doveri e alle proprie responsabilità.

Mi preme, però, da subito ringraziare tutti i compagni, i nostri candidati e i nostri circoli, per l’assoluto impegno che hanno profuso in questa difficile consultazione elettorale regionale, pur nella limitatezza di mezzi e di risorse.

La nostra lista regionale, scevra di personaggi prestigiosi e di “frontiera”, si è distinta proprio per la presenza prevalente di espressioni giovani e fresche, provenienti dai circoli e dai territori, rifiutando a priori la logica della “campagna acquisti” , che purtroppo pare aver pervaso altri gruppi politici.
È appena il caso di ricordare, infatti, come non avremmo avuto troppe difficoltà ad alloggiare alcune candidature “esterne” nella nostra lista per alzare artificiosamente il nostro “quorum”. Oltre ai rischi che potevano conseguire da tale scelta, questa avrebbe finito certamente per snaturarci e confondere ancor più simpatizzanti ed elettori del nostro Partito.

Dunque, ben altri sono i problemi a sinistra, non certo risolubili con carismatiche figure o con taumaturgici “listoni unitari”, invocati insistentemente da qualcuno, che poi rischiano di essere solo espedienti elettoralistici ed eludono i veri nodi di fondo.
Il problema è più profondo, a mio avviso, ed è rappresentato proprio dallo sbiadimento dell’identità del nostro partito e della nostra diversità, in particolare, pesano non poco le vicende governative nazionali, che ci investono e ci fanno vacillare da riferimento principe dei lavoratori e dei ceti deboli.
Siamo infilati nelle strettoie governative senza, peraltro, possibilità effettiva di incidere in modo qualificante e concreto, anzi, spesso corresponsabili di scelte davvero impopolari e opposte alle motivazioni fondanti del PRC e, perciò, innaturali nel contesto di un partito comunista.
In buona sostanza, veniamo sempre meno identificati come il riferimento di classe, suscitando una evidente e grave disaffezione al voto ideologico e politico, che tanto pesa in un partito come il nostro.

Come se non bastasse, si aggiunge a tutto questo la “bolgia infernale” di 16 partiti in corsa, da cui scaturiscono circa 400 candidature e tante consolidate “macchine da guerra” elettorali, che incoraggiano all’estremo la logica “maggioritaristica” del voto ad personam, non più al servizio delle idee.

Credo che il voto molisano, pur nella sua limitatezza quantitativa, possa rappresentare un esame rimarchevole e utile anche per il riflesso nazionale, magari un monito a ripensare ed invertire sollecitamente la rotta politica e ritornare alla via originaria della “Rifondazione Comunista”.

2006-11-11

ANTONELLO MANOCCHIO
segretario provinciale del PRC di Campobasso

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