">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Addio compagne

Addio compagne

(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
Il logo della campagna di tesseramento del prc 2010 è una scarpa col tacco a spillo

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

Molise: le elezioni regionali e le colpe del governo Prodi

(12 Novembre 2006)

Considerando il dato politico del voto di lista, rispetto alle precedenti regionali del 2001, si evidenzia un netto calo di consensi della destra che perde 10.651 voti e di circa 9 punti; un aumento di voti per l’Unione di 9.971 voti con aumento di circa 9 punti.

La destra conserva la maggioranza, ma si riducono di molto i margini rispetto all’Unione: 61% contro il 38% del 2001; 53% contro il 47% del 2006.
Rispetto alle politiche di aprile del 2006 si evidenzia invece una nuova e opposta inversione di tendenza: la destra recupera 3.041 voti e circa tre punti percentuali (dal 49,10 al 52,92), l’Unione perde ben 12.388 voti e tre punti percentuali (dal 50,90 al 47,01).
Si evidenzia poi una differenziazione tra le due province. Nella provincia di Campobasso, l’Unione recupera lo scarto 13 punti percentuali e passa in lieve vantaggio di circa 1700 voti (50,60% contro il 49,40 della destra). Nella provincia di Isernia la destra riduce il vantaggio: passa dal 74% al 61% mentre l’Unione passa dal 26% al 38%. Qui rileva, in modo specifico, anche lo storico radicamento delle potenti consorterie di potere clientelare della destra.
Rispetto alle precedenti politiche dell’aprile del 2006 si evidenzia invece un’inversione di tendenza: la destra recupera 3.041 voti e circa 3 punti percentuali (dal 49,10 al 52,92), l’Unione perde ben 12.388 voti e circa 3 punti percentuali (dal 50,90 al 47,08).
E qui è il punto più significativo. E’ vero che il confronto va depurato delle disomogeneità tra le elezioni regionali e quelle politiche. Tuttavia da questi dati emergono chiaramente riflessi di quanto è avvenuto a livello nazionale.
Dopo la prima esperienza dei governi Prodi e D’Alema, grazie alle loro politiche filo confindustriali – liberiste e di guerra, il populismo reazionario di Berlusconi riprese piede e anche nel Molise vi fu la schiacciante vittoria elettorale delle destre (61% contro il 38%).
Con la ripresa dell’opposizione sociale e politica del movimento dei lavoratori, dei giovani , dei precari e delle masse pacifiste contro il governo di rapina e di guerra e razzista di Berlusconi-Fini-Bossi-Casini, vi è stata la crisi del Berlusconismo, sfociata nella sua cacciata dal governo (salutata giustamente con senso di liberazione da ampie masse popolari e di lavoratori).
La riduzione dei margini di vantaggio della destra nelle elezioni regionali del 2006 è il risultato combinato tra la ripresa di quella stagione di lotte e gli effetti negativi dell’operato recente dell’Unione.
L’Unione, infatti, già con i suoi annunci di sacrifici per i lavoratori per regalare il cuneo fiscale ai gruppi capitalistici italiani, ha fatto risalire la china a Berlusconi che per poco non recuperava il gap sin dall’aprile 2006.
Dopo i primi 6 mesi di governo dell’Unione la situazione è peggiorata, soprattutto con la finanziaria, che, in perfetta continuità con quelle precedenti della destra, in sostanza, colpisce larghe popolari e tutela i ceti ricchi.
Così, da un lato vasti settori popolari si sono disillusi rispetto alle aspettative di cambiamento, dall’altro si è favorito di nuovo il populismo reazionario ed ipocrita Berlusconi, con il risultato che anche nel Molise si è dato vita ad un processo involutivo e socialmente pericoloso in favore della destra.
Questa involuzione ha travolto anche il PRC e la sua politica di sostegno al governo confindustriale dell’Unione, da cui ampi settori di militanti, dirigenti e votanti, anche nel Molise si sono senti traditi.
Il PRC perde infatti 2.181 voti passando dal 3,49% al 2,23 % perdendo oltre un terzo dei voti, rispetto alle elezioni regionali del 2001 e accentua tale perdita rispetto alle politiche di aprile 2006: perde 5.571 voti passando dal 4,79% al 2,23 % perdendo oltre il 50% dei consensi.
Il Mov. per il Partito Comunista dei Lavoratori lavorerà per essere presente con il suo programma alternativo nelle prossime consultazioni, nell’intento di costruire un fronte unico su una piattaforma rivendicativa e lotte su temi specifici nel Molise, come ad esempio, la condizione dei lavoratori e dell’occupazione nei nuclei industriali, ambiente, difesa e riqualificazione della sanità pubblica, della scuola pubblica, dei servizi sociali e degli uffici del lavoro, stabilizzazione dei precari, ammortizzatori sociali ai disoccupati in cerca di lavoro, ritorno al sistema elettorale proporzionale puro nella regione.
Una piattaforma, cioè, che sia in grado di aggregare le classi popolari molisane su un versante di sinistra, proponendo tale prospettiva innanzitutto alle autentiche forze della sinistra e dell’avanguardia sindacale molisana.

Questa, anche nel Molise, è una strada difficilissima e lunga; ma alternative a questo percorso, per il movimento dei lavoratori e della sinistra a nostro avviso non ce ne sono. Anche avendo scienza del fatto che si parte da una posizione di minoranza e che la prospettiva di diventare maggioranza, verso la quale comunque si deve marciare, non è all’ordine del giorno.

L’altra strada, infatti, è quella fallimentare percorsa sinora come dimostra il bilancio dei due governi precedenti dell’Ulivo + Rifondazione: cioè passare da un polo di destra a un polo cosiddetto di centrosinistra simile alla destra che, anche qui nel Molise, è egemonizzato da gruppi e consorterie di potere di ceto imprenditoriale e libero professionale medio grande, che va nella direzione della privatizzazione della sanità e dei servizi sociali, della precarizzazione del lavoro, delle regalie alle imprese, della involuzione autoritaria-decisionista e liberista dell’istituzione regionale (vedi riforma dello statuto regionale) ed usa spesso gli stessi metodi della destra, arbitrari e corrotti, nella gestione degli enti locali e della stessa regione, in danno allo stato sociale, ai lavoratori e alla povera gente.

La riflessione che si impone anche nel Molise, a partire dalla parte più avanzata del popolo della sinistra molisana è dunque sul come dare forza ad una piattaforma di reale alternativa antiliberista ai due poli della destra e dell’Unione, soggetti politici in sostanza simili nella loro natura di classe e nel loro programma politico, per creare le condizioni di una vera primavera molisana e cioè di un governo regionale che, ponendosi in reale rottura con le politiche dei precedenti governi, possa essere reale espressione dei lavoratori e delle loro esigenze.

2006-11-09

TIZIANO DI CLEMENTE
coordinatore regionale Partito Comunista dei Lavoratori

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «Dove va Rifondazione Comunista?»

Ultime notizie dell'autore «Partito Comunista dei Lavoratori»

6695