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    Adesione allo sciopero generale del 17 novembre

    (17 Novembre 2006)

    LA RSU DELLA INNSE ADERISCE ALLO SCIOPERO ED ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO LA FINANZIARIA, PUR ESSENDO DELLA FIOM RITIENE CHE IL PROBLEMA NON SIA A QUALE PARROCCHIA SINDACALE SI APPARTENGA MA ALLA POSSIBILITA' DEGLI OPERAI DI POTER ESPRIMERE IL PROPPRIO MALCONTENTO.

    Il famoso ceto medio ha fatto sentire subito il suo peso per qualche euro di prelievo fiscale, gli operai sono stati imbalsamati pur ricevendo la stangata più pesante rispetto ai miserabili salari.
    La storia della finanziaria conferma le nostre mature convinzioni.

    1)I sindacati sono diretti da uno strato di funzionari la cui collocazione sociale ormai appartiene alle classi superiori, dalla piccola borghesia dei dirigenti locali fino ai veri e propri manager di Stato.
    Il sindacato diretto da questi signori e dai loro partiti di riferimento non ha fatto altro che legittimare la stangata che la finanziaria ha abbattuto sugli operai. Questo è solo l'ultimo atto di una serie di "concertazioni" con gli industriali e i governi, concertazioni che hanno portato gli operai alla rovina.
    Fabbriche chiuse, salari da fame precariato industriale senza limiti.

    2) La risposta a questa situazione è un'alleanza sindacale fra tutti gli operai delle diverse organizzazioni, per unire tutti quelli che vogliono mettere in crisi il controllo sul sindacato dei dirigenti venduti.. Noi non abbiamo intenzione di farci dividere in una concorrenza fra sigle, che è poi una concorrenza fra vecchi capi sindacali e i loro vecchi luogotenenti e funzionari falliti. C'è bisogno di sindacalismo operaio nella FIOM di Rinaldini come nel sindacalismo di base di Tiboni, entrambi sono figli del riformismo italiano, entrambi aspirano ad una diversa distribuzione del reddito attuata dal governo. Entrambi si muovono nell'ambito del mito del governo amico dei lavoratori pur essendo al potere i padroni. Un'illusione pericolosa.

    Oggi manifestiamo contro la finanziaria, cogliamo come operai l'occasione per denunciarne il contenuto:
    soldi ai padroni, taglieggiamenti dei salari per spese militari, per gli stipendi d'oro degli alti funzionari, per gli strumenti di repressione.


    Ma ci rendiamo anche conto della debolezza di questo movimento, lo sciopero nel proletariato industriale che è quello che veramente interessa i padroni è molto limitato, in pochissime realtà avrà un peso.

    Gli scioperi non basta dichiararli per mettersi a posto la coscienza, sono atti di forza che devono manifestarsi altrimenti sono solo testimonianze individuali ed impotenti.

    Nella guerra fra parrocchie sindacali ognuno pensa a quanti iscritti e quanti militanti ha dietro le sue bandiere, nella guerra fra operai e padroni occorre pensare a quanti operai possono essere schierati, con che peso e forza, pensare in questo modo è pensare ad un sindacalismo veramente operaio.

    Noi vogliamo unirci a tutti gli operai combattivi che ragionano in questo modo e siamo sicuri che sono presenti in ogni fabbrica, è tempo di darci un'organizzazione adeguata per agire insieme

    Milano 16 Novembre 2006

    La RSU della INNSE Iniziative

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