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Mercenari di Berlusconi

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(28 Febbraio 2011) Enzo Apicella
Silvio Berlusconi difende la scuola cattolica contro quella pubblica che subirebbe l'influenza deleteria di ideologie che non rispettano la verità

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    Oltre un milione e mezzo i lavoratori di tutti i settori in sciopero generale col sindacalismo di base

    Circa trecentocinquantamila i partecipanti alle 30 manifestazioni svolte in tutta italia

    (18 Novembre 2006)

    Un “No alla finanziaria” forte e chiaro giunge oggi dal tutto il mondo del lavoro in sciopero col sindacalismo di base. Oltre 1.500.000 il dato globale della astensione nazionale, 350.000 i lavoratori che hanno manifestato nelle 30 piazze d’Italia per una vera redistribuzione della ricchezza, contro lo scippo del TFR e per il rilancio della previdenza pubblica, per l’assunzione di tutti i precari pubblici e privati, contro le spese militari e per il ritiro di tutte le truppe.

    Le conseguenze dello sciopero sono state avvertite nei diversi comparti, dove dalla scuola alla sanità, dai tribunali alle agenzie fiscali, nei centri commerciali - dove più forte è la precarietà - nelle aziende metalmeccaniche e chimiche, in particolare del nord del paese, molti sono stati i servizi e le attività sospesi o fortemente ridotti.

    Le manifestazioni più significative – Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Genova, Catanzaro, Palermo – hanno visto una rilevantissima presenza di lavoratori precari, quelli dei call center pubblici e privati come i dipendenti delle ditte di pulizie, ma anche della sanità, degli enti locali, della giustizia. Importante la presenza degli studenti medi e universitari, che hanno partecipato a molte delle iniziative previste.

    “La grande partecipazione al nostro sciopero e alle manifestazioni regionali dovrebbero far riflettere il Governo - dichiara Pierpaolo Leonardi Coordinatore nazionale CUB. “Una finanziaria tutta orientata alla soddisfazione dei bisogni delle imprese è più consona a un governo di centro-destra che ad uno di centro-sinistra. Però è ovvio che, se ci si rifà al liberismo, la ricetta può essere cucinata in modo diverso, ma il sapore sarà sempre stesso”.

    “Questo sciopero – prosegue Leonardi - è per noi un passaggio, non la conclusione della battaglia. Le mobilitazioni proseguiranno in maniera articolata, in particolare sul diritto a veri rinnovi contrattuali, contro l’ennesima riforma previdenziale alle porte, per far naufragare i fondi pensione e risolvere la piaga della precarietà” conclude Leonardi.

    Roma, 17 novembre 2006

    Ufficio Stampa RdB-CUB

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