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Dignità operaia

Dignità operaia

(9 Marzo 2012) Enzo Apicella
Oggi sciopero generale dei metalmeccanici convocato dalla Fiom e manifestazione nazionale a Roma

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Scalzare i borghesi che comandano il sindacato e sono disposti a sottoscrivere qualsiasi accordo

(23 Novembre 2006)

Per gli operai i tempi stringono, finanziaria, contenimento dei salari, chiusura delle fabbriche, precarizzazione del rapporto di lavoro, aumento dei prezzi , truppe di occupazione militare in Iraq Libano e Afghanistan , questo è il prezzo che la crisi economica sta facendoci pagare, ma quali sono le risposte che come operai siamo in grado di dare a tutto questo ?

Mentre le altre classi hanno reagito o stanno reagendo contro i provvedimenti che il governo con la finanziaria sta portando avanti

(vedi tutti i movimenti di protesta degli ultimi tempi dai tassisti agli avvocati, dai ricercatori universitari ai commercialisti)

gli operai sono inebetiti, stretti tra la borghesia sindacale di cgil cisl uil che appoggia pienamente le scelte del governo “amico” per il risanamento del paese, e il massimalismo del sindacalismo di base che organizza scioperi (che coinvolgono solo ed esclusivamente un numero irrisorio di fabbriche) solo allo scopo di innalzare una bandiera che sventoli più in alto delle altre per solo di rendersi visibili,gli operai sono in balia degli eventi.

Ora, se vogliamo che questi eventi non ci travolgano dobbiamo incominciare a ragionare ed ad agire per nostro conto.

Come RSU della INNSE Iniziative abbiamo organizzato la raccolta di firme tra operai di diverse fabbriche per reintegrare il compagno Jannacone nel suo ruolo di RSU, lo abbiamo fatto non sapendo nemmeno chi fosse nella realtà Iannacone, quale programma politico rappresentasse o di quale partito facesse parte, lo abbiamo sostenuto solo per il fatto che nel meccanismo dell’aumento dell’intensità dello sfruttamento, come operaio e come delegato, si era reso conto che l’introduzione di un turno di lavoro in più al sabato sarebbe stato per gli operai un altro cappio al collo.

Lo stesso abbiamo fatto con lo sciopero del 17 novembre organizzato dai sindacati di base, abbiamo aderito ad uno sciopero contro la finanziaria pur sapendo che il sindacalismo di base nel suo funzionamento interno è uguale al sindacalismo “ufficiale”,è fatto di piccolo borghesi il cui unico scopo è mantenere il privilegio di non lavorare più in fabbrica e di vendere la pelle degli operai per il proprio tornaconto. Eppure abbiamo aderito lo stesso per dimostrare che anche gli operai non sono allineati e coperti dietro al governo di sinistra.

Quello che per noi è importante e lo abbiamo scritto nell’ultimo volantino sulla finanziaria è il bisogno di un sindacalismo operaio, un sindacalismo fatto e costruito dagli operai che al di la delle sigle di appartenenza riescano a metter in piedi un collegamento stabile che molto lentamente, ma inesorabilmente, riprenda in mano la guida del sindacato, e rimetta al centro di tutto la questione operaia.

Scalzare i borghesi che comandano il sindacato e sono disposti a sottoscrivere qualsiasi accordo, dimostrare che la lotta di resistenza condotta dagli operai nelle proprie fabbriche e l’unico sistema per ottenere dei risultati seri, questo è quello che conta ed è che ci interessa.

Gli operai anche combattivi se isolati non contano, nulla l’unica cosa che conta e l’unificazione di tutte le tendenze operaie che fanno una lotta di resistenza in fabbrica e che sono disposte ad raccogliersi su questo minimo obiettivo, la costruzione del sindacalismo operaio.

Quello che abbiamo in mente per incominciare su questa strada è continuare il lavoro sino a qui svolto è dare corpo al collegamento di diverse fabbriche in modo che diventi stabile e possa in qualche modo rappresentare una centro di coalizione di tutti gli operai che pensano che il sindacato non può e non deve rimanere nelle mani dei borghesi.

Per queste ragioni vi invitiamo a partecipare ad una riunione per continuare nella costruzione della tendenza sindacale operaia che si unifichi al di la delle sigle sindacali di appartenenza.

Crediamo che la raccolta di firme e l’assemblea di Napoli per sostenere il compagno Jannacone siano stati un passo decisivo ed importante verso questo obiettivo, vogliamo continuare su questo progetto e chiediamo perciò la collaborazione di tutti gli operai che intendono andare su questa strada, costruire una catena solidale tra operai di diverse fabbriche che condividano queste finalità è uno dei primi passi verso l’emancipazione degli operai come classe indipendente.

Chiunque intendesse discutere, aderire, contribuire a questo progetto può mettersi in contatto a questo indirizzo: rsu@innse-presse.it

Milano 22 novembre 2006

La RSU della INNSE Iniziative

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