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Quel che davvero e’ orribile

Sulle reazioni del regime bipartisan alla manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese di sabato scorso

(23 Novembre 2006)

Le incredibili reazioni del regime bipartisan alla manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese di sabato scorso sono note.
Al di là dell’ipocrisia, un male senza limiti del nostro tempo, quel che va colto è l’unanime segnale di attacco alla libertà di espressione del pensiero, cioè alla madre di tutte le libertà.
Il fatto che dei fantocci che volevano rappresentare l’imperialismo ed il militarismo siano stati incendiati simbolicamente, in una manifestazione pacifica come poche, ha dato la stura ad una serie impressionante di dichiarazioni liberticide e forcaiole.

Ma l’attacco alle libertà democratiche e costituzionali non potrebbe svilupparsi senza la complicità di quella che si vorrebbe “sinistra radicale” di governo”. Il presidente della Camera che ha definito “orribili” gli slogan di Roma non ci risulta abbia usato simili parole per le donne inermi massacrate a Gaza, per i bambini trucidati dall’esercito israeliano, per le vittime delle bombe a grappolo con la stella di David sganciate in Libano.
Orribile è la guerra imperialista, orribili sono i crimini del colonialismo, orribile è il razzismo sionista.
Non ci illudiamo che questo possa essere accettato dal “politicamente corretto” che unisce in questo coro indecente tutto l’arco parlamentare, da Fini a Bertinotti.

Parlare di “missioni di pace”, laddove si partecipa ad un’occupazione militare; sottacere sempre e comunque i crimini di Israele; accettare nei fatti il pensiero unico imperiale è la prassi normale di questa sinistra.
Ma c’è, per fortuna, chi non si piega ai diktat del regime. E’ questo il caso della stragrande maggioranza di chi ha manifestato sabato a Roma ed è pronto a continuare la lotta a fianco del popolo palestinese e delle resistenze in Iraq, Libano ed Afghanistan.
Il parossismo raggiunto dalle reazioni a questo corteo dimostra l’assenza di argomenti. Al ragionamento si sostituisce allora l’insulto, la criminalizzazione, la richiesta di repressione.

Da alcune parti si chiedono nuove leggi per limitare il diritto a manifestare, da altre parti si vorrebbe tornare all’epoca dei “servizi d’ordine”, come richiesto da Diliberto, l’unico che si è veramente bruciato alla manifestazione di sabato, dato che la sua adesione era talmente strumentale da fargli dichiarare che il corteo non era contro il governo, tanto da dover distribuire il suo tempo prezioso tra una fugace apparizione in piazza per la soddisfazione dei cronisti ed il suo voto di fiducia alla finanziaria armata (vedi punto 4) di Prodi alla Camera.
Chi sostiene le lotte di resistenza dei popoli oppressi non può accettare queste furberie di bassa lega. E sabato Diliberto non ha potuto fare il furbo.

Ora, però, è l’attacco alla libertà di manifestare che deve essere respinto.
All’attacco liberticida non si resiste con i sottili distinguo, con le prese di distanza, con servizi d’ordine che dovrebbero rendere asettiche le manifestazioni.
Compiere un passo indietro su questi principi fondamentali equivale a preparare la sconfitta.
Noi non ci staremo, e con noi molti altri.

IRAQ LIBERO – COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO

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