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(31 Ottobre 2002)
Ieri nella nuova sala del cinema MPX l'Unindustria di Padova ha organizzato un incontro-confronto con il mondo della formazione e dell'Università, dedicato all'apertura di una nuova fase di collaborazione tra il mondo dell'impresa e quello dell'educazione e della ricerca.
Un appuntamento che si è trasformato in un'occasione di pacifica e colorata protesta da parte di un gruppo di circa quaranta studenti della Facoltà di Scienze Politiche, accorsi nella sala per esprimere la loro opposizione all'entrata delle imprese e della logica di mercato nell'universo dell'istruzione.
Il gruppo, aderente alla rete degli StudentiInMovimento, ha anticipato l'apertura del convegno, a cui assistevano almeno trecento tra studenti e docenti di Università e Scuole Superiori, salendo sul palco, aprendo due grandi striscioni che recitavano «Vogliamo una Scuola per formare e non per produrre» e leggendo, di fronte allo stupore degli organizzatori di Unindustria, un comunicato contro «le rigide ed escludenti logiche dell'impresa e del profitto produttrici di sfruttamento precarietà ed alienazione».
La protesta, a cui i promotori del convegno non hanno opposto alcuna resistenza, è poi continuata in sala durante i due interventi introduttivi di Francesco Peghin, vicepresidente di Unindustria Padova, e di Serena Lavina, delegata degli industriali padovani per l'Orientamento Scolastico e l'Istruzione: gli studenti hanno disturbato entrambi i relatori con cori di ironia e sberleffo.
Costante è stata la calma con cui sia Peghin che Serena Lavina hanno gestito la rumorosa protesta, riuscendo a condurre il proprio intervento sino alla fine e scegliendo di non replicare alla provocazione degli studenti, che alla fine dei due interventi sono usciti dalla sala urlando i loro slogan.
«La sfida che oggi abbiamo lanciato al mondo universitario - ha chiarito Serena Lavina - è molto chiara: o nasce una nuova, viva e aperta collaborazione tra le imprese e l'Università, attraverso la quale sia possibile dare una svolta innovatrice al sistema economico e sociale del Nordest o il sistema stesso è destinato di per sé a dissolversi e scomparire.
In questo percorso è per noi fondamentale coinvolgere gli studenti: la protesta di oggi, a cui abbiamo voluto lasciare democraticamente spazio e parola, è un segnale di non comprensione a cui dobbiamo dare ascolto, ma che dobbiamo anche superare».
Ed è stato per questo che Unindustria ha invitato pochi minuti dopo la protesta Omid Firouzi, portavoce del gruppo di Scienze Politiche, a partecipare alla tavola rotonda: «Noi siamo convinti - ha spiegato Omid, dopo essersi consultato con i "compagni" - che la logica che governa il sistema impresa non possa confondersi con gli strumenti formativi di cui l'Università ha bisogno e non possiamo accettare una richiesta di collaborazione a cui non crediamo».
Andrea Segre
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