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Siamo di fronte all'impazzimento dell'informazione e della comunicazione

sul trattamento che i media hanno riservato al corteo pro-palestina di Roma

(22 Novembre 2006)

“Ho una tragica certezza, che è quella che ormai l’informazione segue un percorso perverso. Di un evento i media enfatizzano una parte marginale, assolutamente non centrale, quella che però rende l’evento particolare, un cazzotto nello stomaco: credo che così non vada bene.”

Questo è ciò che Paolo Serventi Longhi, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ha affermato ai microfoni di Radio Città Aperta in una lunga intervista andata in onda questa mattina alle 11.00, incentrata sull’analisi del modo in cui i mezzi di informazione hanno trattato una serie di eventi che si sono svolti nella giornata di sabato, in particolar modo il corteo per la Palestina di Roma.

“Sabato vi erano diverse ipotesi di concentrazione di opinioni in dissonanza con quelle dell’attuale governo e di quello precedente. Vi erano tutta una serie di eventi assolutamente rilevanti rispetto ai quali tutto è scomparso, tutto è stato cancellato: la partecipazione, i temi, lo sforzo di mobilitare la gente. Invece è stata enfatizzata una vicenda, quella del rogo dei fantocci con le divise, che da tre giorni monopolizza gli organi di informazione, radio, TV e quotidiani. E’ stata approvata una Finanziaria e scarse tracce vi erano di questo sui giornali di ieri.

Io credo che siamo tutti impazziti. Siamo di fronte ad un impazzimento dell’informazione e della comunicazione nella società italiana. E’ incredibile come ormai l’informazione in Italia - forse per strumentalizzazione, forse per incapacità di trovare il senso delle cose che accadono - enfatizzi un fatto che è stato chiaramente circoscritto. Quello che preoccupa è che il messaggio mediatico viene immediatamente raccolto, enfatizzato e amplificato dal sistema politico. Non vorrei che l’istituzione e la politica fossero un tutt’uno con questa cassa di risonanza mediatica che non riesce più a vedere al di là del proprio naso.”

Aggiunge il leader del sindacato nazionale dei giornalisti Serventi Longhi ai microfoni dell’emittente romana:

“La libertà di informazione va difesa. Stiamo rinnovando un contratto che limiti la precarietà nel settore giornalistico; d’altra parte però gli interessi politici ed economici delle testate, dei proprietari delle testate e degli amici dei proprietari delle testate operano un tale condizionamento da generare un coro unanime che rende impossibile capire quello che succede”

(Rca news)

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