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(Il saccheggio del territorio)

Nofly: quando l'aria diventa pesante

(14 Dicembre 2006)

Le reti ambientaliste laziali si sono mobilitate la scorsa settimana contro la sottomisisone dello sviluppo a scapito dei territori e della salute. L'intervista al movimento NoFly che, da tempo, lotta contro l'aumento esponenziale del traffico aereo da Ciampino

Il 2 dicembre si è svolta la giornata di mobilitazione delle reti ambientaliste del Lazio.
Un iniziativa nata per denunciare la sottomissione dello sviluppo ai grandi interessi a scapito dei territori, della salute dei cittadini e della salvaguardia dell'ambiente.
Incontriamo il movimento NoFly di Ciampino che porta avanti da mesi una vertenza contro l'aumento esponenziale del traffico aereo nell'aeroporto di Ciampino, provocando un conseguente aumento di polveri sottili nell'aria, che superano di gran lunga i limiti previsti dalla legge.

Quali sono stati i motivi che vi hanno spinto a creare il social forum nofly, considerando che esisteva già un comitato cittadino che si preoccupava della stessa questione?
Premetto che per oltre un anno abbiamo collaborato con il Comitato e che continuiamo a farlo partecipando alle riunioni settimanali e creando insieme diverse iniziative per sensibilizzare le persone sui problemi relativi all'aeroporto. Questo perchè gli obiettivi principali sono molto simili e perchè crediamo che la lotta debba portata avanti insieme. Le differenze stanno nell'aggiunta di alcune rivendicazioni da parte nostra, come quella riguardante la fine del precariato per i lavoratori dell'aeroporto ma anche nell'approccio da parte nostra molto più critico nei confronti di istituzioni, ministeri ed enti locali. Inoltre, respingiamo ogni meccanismo di delega perchè crediamo che tutti gli abitanti delle zone colpite dai danni causati dall'aeroporto debbano rendersi coscienti del fatto che solo discutendo e lottando tutti insieme possiamo essere efficaci.

Se esiste una differenza nella modalità di operare in seno ad una collettività, cosa chiedete alle varie istituzioni coinvolte nelle responsabilità aeroportuali?
Chiediamo che, in virtù delle loro mancanze e delle loro complicità, facciano un grosso passo indietro facendo diminuire da subito e drasticamente i voli. Inoltre, dovrebbero semplicemente adempiere a quanto già previsto dalla legge e non essere più tolleranti con le compagnie aeree.
Il vero problema di fondo, come riscontrato anche nelle altre vertenze nazionali e regionali, è ben più complesso: l'ambiente, il territorio, la salute e la sicurezza sul lavoro sono totalmente subordinati alle speculazioni di quelle lobby che vogliono far profitti su energia e trasporti. Potere politico e potere economico vanno ormai a braccetto, con un forte sbilanciamento che favorisce i grandi gruppi in merito allo sfruttamento dei famosi beni comuni. E' la politica istituzionale che realizza leggi ad hoc per i grandi gruppi multinazionali e bisogna assolutamente fermare questo circolo vizioso che si autoalimenta e si sostiene a vicenda.

Come reagisce l'istituzione comunale di fronte alle vostre richieste?
Innanzitutto dovrebbe prendere atto che se esistono due realtà come il Comitato e l'Assemblea, vuol dire che in questi anni di continui aumenti dei voli c'è stato un fallimento sotto il profilo dell'informazione verso i cittadini, sotto quello del coinvolgimento diretto della popolazione nell'indirizzare le scelte e che tali scelte (o mancanze) hanno prodotto un notevole disagio a tutti, compresi gli abitanti dei comuni limitrofi. Sappiamo che il Comune ha ingaggiato un avvocato, ma non sappiamo di preciso con quale mandato. Continuiamo a leggere comunicati stampa a volte concilianti a volte con toni più forti, sempre critici verso la questione aeroportuale. C'è stata anche qualche iniziativa comunale, tra studi commissionati ad alcune facoltà universitarie, mozioni al Consiglio municipale e lettere di protesta a firma del Sindaco. Fatti concreti invece pochissimi. Inoltre, il municipio non evidenzia mai come oltre al rumore e alle polveri sottili ci sia sempre il rischio d'incidente che può provocare una vera e propria strage, data la vicinanza di case e scuole all'aeroporto e le rotte di sorvolo di aree come S.Maria delle Mole, Cava dei Selci e Cinecittà.
La questioni riguardanti i lavoratori del Pastine, come il precariato e le condizioni di lavoro,
non sono neanche prese in considerazione. Purtroppo, subito dopo l'incontro del 16 ottobre scorso con Veltroni è uscito anche un volantino a firma di tutti i partiti della maggioranza con un titolo che rassicurava tutta la cittadinanza: "Via da subito i voli da Ciampino".
Siamo a metà dicembre e stiamo peggio di prima perchè nel frattempo nuove rotte sono state aperte. Vogliamo sperare che gli stessi gruppi adesso facciano almeno un altro volantino in cui spieghino che non si è ottenuto nulla, altrimenti confermerebbero tutto quello che pensa la gente da quando è scoppiato il problema...

Come percepite la partecipazione dei cittadini. Rispondono positivamente alle istanze sollevate?
Fin quando le informazioni arriveranno a singhiozzo e saranno contraddittorie, la partecipazione attiva tra la popolazione non sarà molta. Per quanto riguarda l'attenzione verso il problema specifico, tra un volantinaggio e un dossier, ci sembra che stia crescendo.
Tramutare l'attenzione in una presa di coscienza collettiva è il prossimo passo, che stiamo cercando di fare anche attraverso l'aiuto di medici di base, maestri e professori in quanto il problema è anche culturale. Se passa il messaggio semplice e chiaro che non si possono sostenere 150-200 voli al giorno perché producono rumore e inquinamento, quindi malattie, allora la partecipazione sarà non solo maggiore ma anche più diffusa sul vasto territorio coinvolto. Quello che stiamo facendo va proprio in questa direzione, anche se non è facile.

E' stata presentata giorni fa una mozione regionale proprio in merito all'aeroporto di Ciampino e al problema inquinamento. Ed è proprio di questi giorni la notizia che l'Arpa ha installato nei pressi aeroportuali una centralina di monitoraggio dell'aria. Pensate sia sufficiente?
Qualsiasi passo verso la riduzione del traffico aeroportuale e verso il monitoraggio ambientale va bene, ma solo se supportata da azioni concrete. E dell'ARPA, come ad esempio a Blera con l'antenna Raiway o a Civitavecchia con l'ultimo rapporto ambientale, c'è poco da fidarsi.

Legambiente ha monitorato alcune aeree deputate all' inquinamento atmosferico nelle vicinanze dell'aeroporto Pastine. Perchè ciò non è sufficiente a cambiare lo stato di cose?
Perché Legambiente purtroppo non è l'ente che è certificato a fornire i dati ufficiali. Dico purtroppo perché è l'ARPA che dovrebbe muoversi e lo dovrebbe fare senza bisogno delle centinaia di esposti di cittadini arrabbiati che gli sono giunti nei mesi scorsi. Il lavoro fatto da Legambiente, in collaborazione con il Comitato e con l'Assemblea è quello di denuncia dello stato attuale delle cose e di diffusione di tutte quelle informazioni atte a creare attenzione sia nell'opinione pubblica che tra le istituzioni. Se questo lavoro avesse valore legale, i voli sarebbero già diminuiti da luglio scorso...

In termini pratici quali sono gli obiettivi da raggiungere a tempi brevi?
Con l'informazione e la realizzazione di iniziative vogliamo creare una forte presa di coscienza tra la popolazione. Quindi, allargare la partecipazione a questo movimento. Non saranno tempi brevissimi ma non ci sono alternative se vogliamo veramente diminuire i voli dell'aeroporto.

Se ciò non avvenisse quali sono le strategie che seguirete?
Il piano "B" non è previsto: o si crea la partecipazione, capendo che non possiamo essere soggetti a continui rimpalli di responsabilità, né tantomeno aspettare i tempi dettati dalla politica istituzionale oppure una qualsiasi forma d'avanguardia è destinata a fallire.

Alessandro Ambrosin

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