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Uno dei due ha la dentiera

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(30 Luglio 2012) Enzo Apicella

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(Il saccheggio del territorio)

I consiglieri comunali di Monfalcone e Ronchi dei Legionari dicano NO alla cementificazione delle aree verdi davanti all’Aeroporto

(15 Dicembre 2006)

A breve i Consigli comunali di Ronchi dei Legionari e Monfalcone saranno chiamati a discutere sulla dismissione dei pozzi di captazione idrica del ramo Sud dell’acquedotto, che attualmente riforniscono di acqua potabile il Comune di Monfalcone e che hanno una portata di 250 litri al secondo.

In seguito a questa operazione Monfalcone sarà collegata al ramo Nord dell’acquedotto – che attualmente rifornisce la città di Trieste – sul quale sarà attivato un nuovo pozzo, il n. 16, più profondo e con portata di 300 litri/secondo.

Al termine di questa complessa operazione per Trieste e Monfalcone saranno disponibili 2400 litri al secondo (contro i 2350 attuali), tutti provenienti dal ramo Nord, vale a dire 600 litri/secondo in meno di quanto il Piano Generale per gli Acquedotti del 2005 prevedeva per la sola città di Trieste.

E’ da ricordare – inoltre – che il VI aggiornamento dell’Acquedotto dell’Isonzo prevedeva di mantenere in funzione i pozzi davanti all’Aeroporto almeno come fonti di emergenza per la città di Trieste, per i periodi di siccità come quella verificatesi nell’estate del 2003. L’intera operazione prevede una spesa di €. 2.900.000 + IVA, ripartita tra Regione e ACEGAS.

A cosa risponde la volontà di privarsi di questi pozzi d’acqua?

I pozzi che si vogliono dismettere sono localizzati nella vasta area verde situata davanti all’aeroporto di Ronchi, dove si vorrebbe far sorgere un enorme polo intermodale, legato alla previsione di una linea ferroviaria ad Alta Velocità. E’ quindi evidente che questo complesso e costosissimo intervento è finalizzato a ‘liberare’ l’area in cui s’intende costruire il Polo Intermodale.

Nell’Intesa di programma tra il Ministero dell’Economia e Finanze e la Regione, del novembre 2004, si legge infatti che “il Polo intermodale di Ronchi dei Legionari rappresenta, nella programmazione regionale in materia di trasporti, il centro dell’intermodalità regionale passeggeri in coordinamento con l’alta velocità ferroviaria sulla tratta Ronchi Sud – Trieste”. Si deve però considerare come questo progetto ferroviario sia tutt’altro che definito. Della tratta Portogruaro-Ronchi – a tutt’oggi – la Regione Friuli Venezia Giulia ha reso nota solamente un’ipotesi di tracciato molto generica, sulla quale sia la Regione sia i Comuni interessati hanno già manifestato contrarietà.

Ancora più vaghe le prospettive per la tratta Ronchi-Trieste: per questo piccolo frammento del Corridoio 5 un progetto preliminare è stato presentato nel maggio del 2003 da Rete Ferroviaria Italiana ed il tracciato è stato subito considerato molto soddisfacente dal Presidente della Regione.

Tuttavia tale progetto ha ottenuto il parere negativo – oltre che dai 9 Consigli Comunali della Provincia di Gorizia interessati –anche del Ministero dei Beni culturali e ambientali (aprile 2005) e della Commissione speciale di Valutazione d’Impatto Ambientale presso il Ministero dell’Ambiente (giugno 2005). Quest’ultimo organismo ha persino messo in dubbio la fattibilità tecnica dei lunghissimi tunnel che avrebbero dovuto perforare il Carso triestino.

Per entrambe le tratte si rimane quindi in attesa della presentazione di un progetto preliminare, che dovrà essere sottoposto a Valutazione d’Impatto Ambientale. La procedura di V.I.A., com’è noto, prevede la presentazione di diverse ipotesi alternative di tracciato, per cui è ancora impossibile prevedere se tale ferrovia veloce – qualora dovesse superare le analisi costi/benefici previste dalla normativa europea ed italiana e se mai dovesse esserne decisa la realizzazione – passerà effettivamente accanto alla linea esistente e quindi davanti all’Aeroporto di Ronchi.

Di conseguenza appare scontato che – fintanto che non si conoscerà il tracciato del cosiddetto Corridoio 5 – è impossibile immaginare la localizzazione di stazioni o poli intermodali.

A proposito del Polo Intermodale sappiamo che la società di gestione dell’Aeroporto ha commissionato nel 2003 uno studio di fattibilità/progetto preliminare, che appare enormemente sovradimensionato sia in riferimento alla realtà del Comune di Ronchi sia rispetto alle più ottimistiche prospettive di crescita dell’Aeroporto. Si prevede un consumo del suolo di m2 528.500 per realizzare – oltre a strutture legate al trasporto passeggeri – anche Parchi tematici, Centri Ricerche e Formazione, alberghi e gli immancabili centri commerciali, strutture di cui non si sente alcuna necessità e che comporterebbero una dissipazione di vaste aree agricole di pregio, che verrebbero compromesse in maniera permanente da nuove (inutili) urbanizzazioni.

Inoltre si ricorda come per le merci esista già un Polo intermodale denominato Cervignano Smistamento, che attualmente opera largamente al di sotto delle proprie potenzialità: sarebbe buona norma utilizzare appieno le strutture già esistenti sul territorio prima di progettarne delle altre.

Anche gli Autoporti di Sant’Andrea (Gorizia) e Fernetti (Trieste) e la Stazione ferroviaria di Opicina dovrebbero essere valorizzati in funzione di una migliore gestione del trasporto merci, anche in un’ottica di intermodalità.

Le sottoscritte Associazioni e Comitati invitano i Consiglieri comunali di Monfalcone e Ronchi, chiamati a prendere decisioni che avranno conseguenze irreversibili sul territorio, ad approfondire gli aspetti tecnici e scientifici legati a tali scelte, ad informare e coinvolgere i cittadini e l’opinione pubblica ed a considerare il quadro complessivo in cui queste opere dovrebbero inserirsi. Auspichiamo, perciò, che i Consiglieri comunali di Ronchi e Monfalcone esprimano un parere contrario a tali previsioni o quantomeno rinviino ogni decisione fintanto che non saranno resi noti i progetti infrastrutturali che dovrebbero interessare i nostri territori.

Monfalcone, 13 dicembre 2006

WWF sez. Isontina
Società Speleologica Italiana
Comitato Contro il Corridoio 5

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