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Aviazione Palestinese

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(14 Luglio 2011) Enzo Apicella
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    Tu ucciderai!

    La Corte Suprema israeliana abroga il quinto comandamento.

    (21 Dicembre 2006)

    C’è una scarna notizia, trascurata da buona parte della stampa, che ha un’importanza grandissima, e contribuisce a smascherare alcune delle mille mistificazioni che celano la vera politica di Israele. E’ meglio leggerla nella sua interezza.

    “La Corte suprema israeliana ha giudicato oggi che le operazioni di esecuzioni mirate condotte da anni contro i palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza sono legali, a seconda dei casi.
    "Non si può stabilire in anticipo che tutte le esecuzioni mirate sono contrarie al diritto internazionale. Allo stesso modo, non è possibile che tutte le esecuzioni siano conformi al diritto internazionale. La legalità di ogni esecuzione deve essere esaminata caso per caso".
    La Corte suprema ha così respinto questa mattina un ricorso presentato contro la legittimità delle “esecuzioni mirate” condotte in passato dall'esercito contro dirigenti e miliziani dei gruppi armati palestinesi accusati di terrorismo.” (1)

    Questa decisione è una sconfessione aperta di uno dei punti più significativi della tradizione mosaica, comunemente conosciuto come quinto comandamento, “Non uccidere”.
    Le religioni rappresentano movimenti sociali e spesso al loro sorgere introducono significative innovazioni progressive, mentre in epoche successive le classi sfruttatrici si servono della religione come mezzo di potere, ne fanno un uso strumentale, farisaico o gesuitico. Per esempio, nel Cristianesimo c’è un abisso tra l’egualitarismo del cristianesimo primitivo e l’autentica attenzione per le classi diseredate di Francesco d’Assisi da un lato, e l’uso strumentale di Leone X, il papa che lucrava sulle indulgenze e scriveva al Bembo: “Historia docuit quantum nos iuvasse illa de Cristo fabula” (La storia ci ha insegnato quanto ci ha giovato quella favola di Cristo).
    Il “non uccidere”, introdotto dalle tavole mosaiche, rappresenta un enorme progresso rispetto al codice di Hammurabi, in cui vige il principio del taglione: “Se alcuno cava un occhio a un altro, gli si dovrà cavare l’occhio”. E vero che nella Bibbia ci sono notevole eccezioni, c’è scritto anche: “ Non lascerai vivere colei che pratica la magia”, ma ormai queste concezioni arretrate sono soltanto oggetto dell’interesse degli studiosi, mentre il “non uccidere”, almeno a parole, è universalmente riconosciuto nei paesi civili.
    Tra gli stessi antichi ebrei molti, a cominciare dagli stessi re, violarono questa regola mosaica, e veri stermini di popolazioni avversarie furono giustificati con l’affermazione che era la volontà di Dio, ma nessuno osò confutarne apertamente il principio.
    Con la decisione della Corte suprema il “non uccidere” non è più la norma, ma si possono cercare caso per caso i cavilli legali per giustificare l’omicidio. Una delle prassi più vergognose, quella gangsteristica dell’omicidio mirato, viene legalizzata.
    Si insiste molto, anche a sinistra, sul carattere confessionale di Israele. Senza dubbio, la religione viene usata come strumento di discriminazione, i musulmani sono cittadini di serie B, anche se il fatto che Israele non ha una costituzione scritta lascia insoluti molti interrogativi.
    Su questa questione, Prodi ha detto che le trattative con i palestinesi devono passare attraverso il “principio del riconoscimento dello stato di Israele, del suo riconoscimento come stato ebraico”. Non si tratta più solo di riconoscere giuridicamente uno stato, ma anche il privilegio di una determinata religione. Prodi ha giurato fedeltà alla costituzione italiana che all’articolo 3 dice:“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Mentre Bush pretende di esportare la “democrazia” con i missili e il fosforo bianco, Prodi suggerisce che una elementare norma democratica, come quella contenuta nell’art. 3, non deve essere applicata in Israele. Tra quelli che Prodi propone di discriminare, non ci sono solo i musulmani, ma anche i cristiani, che sono più del 2% della popolazione di Israele. Quando il papa parla – e lo fa spesso – delle discriminazioni nei confronti dei cristiani in molti paesi del mondo, Prodi dovrebbe sentirsi fischiare le orecchie.
    Tuttavia, della religione ebraica, nella struttura istituzionale israeliana, è rimasto soltanto il guscio. Mentre gli ebrei, durante l’Esodo, nel deserto sognavano le pignatte piene di carne degli Egizi, la classe dirigente israeliana sogna i finanziamenti e gli arsenali colmi di armi dell’America, e il suo nuovo vitello d’oro è il dollaro.
    Chi può ancora sostenere che uno stato, dove la Corte Suprema abroga il 5° comandamento, è un baluardo della civiltà ebraico cristiana? In realtà, l’imperialismo è costretto sempre più a squarciare i veli religiosi, di cui si ammanta per ingannare gli ingenui, e mostra sempre più la sua natura brutale e oppressiva, il suo crudele militarismo, il suo cinismo di fondo.

    18 dicembre 2006

    Note:
    1) Medio Oriente. Corte suprema israeliana: non tutte le esecuzioni mirate sono illegali Gerusalemme - 14 dicembre 2006 RAINEWS24.IT

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