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Palestina: tu da che parte stai?

Lorsignori sono tutti con Abu Mazen

(24 Dicembre 2006)

D’Alema ha bellamente inflitto una seria delusione ai suoi amici dentro il movimento contro la guerra. Dalla Palestina dichiara: (1) di perorare completamente la richiesta di elezioni anticipate cosi come l’ha abusivamente decretata il presidente Abu Mazen e, (2) di non avere alcuna interlocuzione con Hamas (ovvero col governo legittimamente scelto dalla grande maggioranza del popolo palestinese) ma solo col presidente Abu Mazen e solo con lui; mentre da Beirut dichiara (e 3!) di respingere categoricamente la richiesta di elezioni anticipate (come espressa dalla maggioranza dei libanesi e dallo stesso Presidente Lahoud) poiche’ lui sta dalla parte del primo ministri Siniora. L’asimmetria e’ solo apparente: IN TUTTI E DUE I CASI STA CON LE FRAZIONI POLITICHE SUBALTERNE ALL’ASSE BUSH-OLMERT.

Una posizione svergognata che, in barba al cosiddetto “multilaterialismo” di marca europeista, spiattella in faccia a tutto il mondo quale sia il reale posizionamento politico del governo Prodi nella crisi mediorientale. Uno sbilanciamento talmente smaccato a favore d’Israele che smaschera l’equivicinanza come un volgare trucco escogitato da un ministro che non ha alcuna veraa autonomia, se non quella lessicale e semantica. Un ministro di uno Stato che infatti partecipa assieme ai suoi comparti imperialisti, ad un embargo infame ai danni del popolo palestinese, colpevole di aver cacciato all’opposizione la mafia corrotta e collaborazionista di Abu Mazen.

In questo contesto ha una straordinaria importanza la decisione congiunta della forze antimperilaliste della resistenza palestinese , quella di respingere ufficialmente le elezioni anticipate in quanto sarebbero un cedimento al ricatto americano-sionista e pereche’ «elezioni democratiche ed oneste si sono gia' tenute a gennaio». Questa posizione e’ stata comunicata il 18 dicembre a Damasco, dai leader di Hamas, Khaled Meshaal, da Maher Taher (Fplp), da Ramadan Shalah (Jihad Islamica), ma anche, e questo e’ significativo, da da Faruk Qaddumi, segretario di al Fatah e direttore dell'Ufficio politico dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). La presenza di quest’ultimo in questo cartello ha letteralmente scatenato il panico tra le fila della camarilla di Abu Mazen, la quale ha subito precisato che la posizione di Kaddoumi "non rispecchia" quella ufficiale del partito. Il portavoce di Fatah, Ahmed Abdul Rahman, ha affermato che Kaddoumi "non è qualificato a determinare la politica del movimento". Nel comunicato finale adottato all'unanimità e letto da Maher Taher, le forze della resistenza palestinese, onde evitare la china di uno scontro fratricida, perorano la formazione di un governo di unità nazionale e il proseguimento di un dialogo con al Fatah di Abu Mazen ma hanno subordinato questa unita’ ai contenuti insindacabili quali il diritto a resistere all’occupazione sionista, il diritto alla resistenza e quello al ritorno dei rifugiati palestinesi, infine uno stato indipendente con gerusalemme capitale.

Abbiamo sempre detto che la fine dell’unilateralismo americano e’ buona cosa, ma di un multilateralismo che e’ una mera competizione tra pirati imperialisti, di una gara a chi difende meglio gli interessi strategici di Israele, a chi e’ piu’ bravo nel domare le resistenze popolari, non sappiamo proprio che farcene.

Notiziario del Campo Antimperialista ... 22 dicembre 2006 ...

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