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Contro la guerra imperialista - Dalla parte dei popoli

un documento del Laboratorio Marxista di Viareggio

(3 Novembre 2002)

A oltre un anno di stanza dall'attacco alle "torri gemelle" è ormai chiaro a molti che la guerra santa "contro il terrorismo" scatenata dagli USA con l' appoggio degli altri paesi imperialisti era ed è solo una guerra imperialista, cioè una guerra per accaparrarsi zone di influenza strategica dal punto di vista petrolifero, militare, commerciale in una situazione internazionale caratterizzata dall'approfondirsi della crisi economica e politica. Anche sulla crisi, che molti negavano prima dell'11 settembre, oggi le nubi si sono diradate: il fallimento di colossi come Enron o Worldcom e di interi paesi come l'Argentina, i licenziamenti di massa in tutto il mondo che hanno colpito e stanno colpendo tutti i settori produttivi (dall'auto all'informatica) mostrano con una evidenza senza precedenti che il "nuovo ordine mondiale" fatto di "pace e benessere" che i capitalisti hanno propagandato per anni era ed è solo una truffa. Il capitalismo si rivela sempre di più per quello che è e cioè morte, devastazione, sfruttamento... principalmente nei paesi dominati, ma sempre di più anche in quelli dominanti.

Era imperialista la guerra contro l'Afghanistan come lo erano state quelle contro l'Iraq del '91 e quella contro la Jugoslavia del '99; e come lo sarà quella che si sta preparando oggi, di nuovo contro il popolo irakeno. Gli USA parlano di Saddam, ma il loro obbiettivo è il petrolio dell'Iraq e la conquista di un'altra posizione strategica in Medio Oriente per tenere sotto controllo militare le tensioni che sempre di più si agitano nelle masse arabe contro l'imperialismo e che l'eroica resistenza del popolo palestinese contro i sionisti ha ulteriormente acuito.

Ma anche altri hanno interessi da difendere (o da conquistare) in Medio Oriente e per questo paesi come Francia, Germania e Russia che erano stati alleati "fedeli" degli USA in Afghanistan (ed alcuni anche in Bosnia e in Serbia) oggi "si mettono di traverso" e si oppongono alla politica espansionista di Bush. Che si tratti di schieramenti orientati da precisi interessi economici e politici e non certo da ragioni etiche o umanitarie lo dimostra anche la trasversalità delle alleanze. Si hanno così partiti dell' Internazionale Socialista e partiti dell'area conservatrice che stanno da entrambe le parti della barricata (Blair con Bush, Schroeder con Putin e Chirac, Berlusconi che cerca di essere "Arlecchino servo di due padroni"). Alleanze a "geometria variabile" all'interno di uno scontro inter-imperialistico sempre più forte che gli USA cercano di sedare attraverso l'uso della forza militare.

In Italia, DS e CGIL, che avevano appoggiato la guerra contro la Jugoslavia e recentemente persino quella contro l'Afghanistan, si riscoprono pacifisti e si candidano, con la faccia di bronzo che li caratterizza, a dirigere il movimento contro la guerra.

Intanto, l'Europa imperialista, guidata da Prodi - già premier italiano con l'appoggio del centro-"sinistra" e del PRC, nonché protagonista di un attacco senza precedenti alle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari - lancia una imponente ondata repressiva stilando una "lista nera" che mette al bando tutte le organizzazioni del movimento di resistenza popolare (tra gli altri il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, il DHKC turco o le FARC colombiane), provoca l'estradizione di esuli politici dalla Francia, la illegalizzazione di partiti come Batasuna (e presto, come richiesto dal giudice Garzon(e), del PCE(r) spagnolo), l' arresto di decine di militanti rivoluzionari in Spagna e Francia, la perquisizione e la messa sotto inchiesta di centinaia di attivisti politici in mezza Europa...

La politica di attacco ai popoli dei paesi dominati si combina con la politica di attacco ai lavoratori dei paesi dominanti.

Può non apparire a prima vista ma esiste un legame ben preciso tra la guerra contro l'Iraq, la repressione dei movimenti di opposizione politica e la progressiva riduzione degli spazi di agibilità democratica, l'abolizione dell'art.18 e l'attacco al salario attraverso la precarizzazione e la flessibilità, lo smantellamento di conquiste sociali come la scuola, la sanità, le pensioni pubbliche, l'ennesimo "giro di vite" contro gli immigrati mediante la Bossi-Fini, persino la sistematica violazione della stessa legge borghese, la repressione delle manifestazioni di piazza...

Questo legame è, semplicemente, la necessità vitale dei capitalisti di recuperare profitto con ogni mezzo senza avere alcune reale opposizione di classe e nessuna regola a cui sottostare. Ogni mezzo è buono per raschiare il fondo del barile e chi si oppone è un "terrorista". Se la guerra è la "soluzione" che i capitalisti danno alla crisi economica e politica, la nostra risposta non può essere il "porgere l'altra guancia", il semplice "no alla guerra" sempre e comunque, ma il rivendicare ai popoli e alle classi oppresse il proprio legittimo diritto alla liberazione.

L'UNICA VIOLENZA CHE I POPOLI POSSONO ACCETTARE È LA VIOLENZA CHE PONE FINE AL SISTEMA DELLA VIOLENZA, LA VIOLENZA DEGLI OPPRESSI CONTRO I PROPRI OPPRESSORI, LA VIOLENZA RIVOLUZIONARIA.

CONTRO LA REPRESSIONE E LE "LISTE NERE" SOSTENERE LA RESISTENZA DEI POPOLI IN LOTTA, DELL'OPPOSIZIONE DI CLASSE E DEI PRIGIONIERI POLITICI !

L'UNICA GUERRA CHE I POPOLI POSSONO ACCETTARE E' LA GUERRA PER LA LORO LIBERAZIONE!

GUERRA ALLA GUERRA IMPERIALISTA !

Pietrasanta, Viareggio, Massa, 26 ottobre 2002

LABORATORIO MARXISTA
laboratorio.marxista@libero.it

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