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Il boia Saddam ucciso dai boia Usa per farlo tacere per sempre

(31 Dicembre 2006)

I comunisti condannano il processo farsa e la conseguente esecuzione di Saddam Hussein ma non si uniscono al coro ipocrita di lamenti sulla morte del boia di centinaia di migliaia di curdi, sciiti, soldati iracheni mandati al massacro nell'assurda guerra degli anni '80 contro l'Iran. Salutano la memoria delle migliaia di militanti comunisti e di sinistra torturati e uccisi dal rais iracheno.

Condanniamo la vergognosa ipocrisia dei Pannella, Prodi, D'Alema e compagnia. Chiediamo loro: dove erano quando i bombardamenti Nato colpivano i cittadini jugoslavi?; dove erano quando le sanzioni dell'Onu contro l'Iraq, da loro appoggiate, provocavano un milione e mezzo di morti tra la popolazione civile, in quello che un alto funzionario irlandese dell'Onu, che si dimise per non esserne complice, definì giustamente "un genocidio"?; dove sono i digiuni di Pannella per le migliaia di palestinesi, tra cui tanti bambini, quotidianamente uccisi dai suoi amici sionisti?

Se condanniamo il processo e l'esecuzione di Saddam è perché non si è trattato di un giudizio onesto del popolo iracheno contro il suo sanguinario ex dittatore, ma di una farsa organizzata dall'imperialismo Usa. La velocità dell'esecuzione e il fatto che il processo si riferisse a un singolo episodio avevano evidentemente lo scopo di non portare in alcun modo alla luce i passati rapporti tra gli attuali occupanti dell'Iraq e colui che era stato proclamato negli anni '80 "sindaco onorario a vita di Detroit". Saddam è stato ucciso anche perché si potessero dimenticare il suo legame organico con la Cia fin dagli anni '50; la collaborazione della stessa Cia al massacro di migliaia di comunisti iracheni; il ruolo di padrino del governo Usa nel lungo massacro degli anni '80 tra Iraq e Iran; gli affari sporchi dei governi e delle aziende Usa (e dell'Unione Europea) con Saddam all'epoca del suo dominio tirannico.

La pietra tombale su Saddam vorrebbe essere per i padroni e gli oppressori del mondo una pietra tombale sui loro crimini passati. Noi siamo invece certi che i lavoratori e i popoli dell'Iraq, del Medio oriente e del mondo non dimenticheranno e sapranno un giorno chiedergliene conto.

Marco Ferrando, Franco Grisolia
Partito Comunista dei Lavoratori

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