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Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
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Venezia: nuovo ospedale… ed eccellenze

(14 Gennaio 2007)

Non solo il ticket sulla ricetta, introdotto dalla Finanziaria 2007, sta inviando i pazienti verso i laboratori privati, bensì è l’intero sistema sanitario che è oggi strutturato per aumentare l’inefficienza dei servizi pubblici e indirizzare l’utenza verso l’offerta privata.

Se da un lato vengono trasferite all’esterno del servizio sanitario prestazioni specialistiche attraverso il pagamento di prestazioni svolte in convenzione, dall’altro si acquistano prestazioni specialistiche esterne da svolgere all’interno delle strutture del servizio sanitario: in questo modo volutamente si creano le liste di attesa.
Nella nostra Regione Veneto il taglio operato di oltre il 50% dei posti letto nel settore pubblico non ha portato alla liberazione di alcuna risorsa per il territorio, ed anzi sono aumentati i costi medi per ricovero e per posto letto.
La RdB CUB Sanità oltre ad esprimere la sua preoccupazione per il rilevante processo di esternalizzazione dei servizi che deriverà con il sistema di finanziamento scelto dall’Asl 12 (project finacing) per la costruzione del nuovo Ospedale di Mestre, si chiede se quest’ultimo sarà realmente l’ospedale più adatto rispetto alle attuali esigenze della cittadinanza.
Nello specifico: cosa significa “mirare all’eccellenza” ed “Ospedale per acuti”?

A parere di questa Organizzazione Sindacale non può, infatti, esistere un ospedale che non sia per acuti, perché anche patologie a bassa intensità hanno in gran parte un decorso che può portare a fasi di estrema criticità.
L’ospedale deve avere i servizi e i reparti essenziali per affrontare una criticità, risolverla o stabilizzarla fino all’intervento presso strutture specialistiche specifiche.
“Dobbiamo sviluppare al meglio la cura dei malati acuti…dopo di che, dovremo capire per esempio dove può essere accolto il paziente operato al cuore, trascorsi i primi giorni dopo l’intervento” - ha affermato, qualche giorno fa, il Direttore Generale dell’Asl 12.
Ma è proprio nelle fasi della riabilitazione, alcune a volte lunghissime, o nella vita assistita che l’offerta assistenziale è attualmente assolutamente insufficiente !
Oltre ad una significativa riduzione delle degenze chirurgiche, assistiamo ad aumento delle malattie degenerative e dell’allungamento della fase di vita assistita nella fase terminale.
L’ospedale del futuro non è allora forse la geriatria, l’oncologia, la neurologia ?
Se appena fra 9 mesi saranno conclusi i lavori del nuovo ospedale, suscita perplessità che la Regione dovrà stabilire quali reparti e quali servizi mantenere negli altri ospedali della Provincia, alla luce della presenza del nuovo Ospedale di Mestre che punta all’“eccellenza”.
La RdB CUB Sanità vuole denunciare come l’organizzazione del sistema sanitario non si costruisca solo con il cemento e come la Regione Veneto, nonostante tenda a proporsi sempre più come nuovo “padrone” della sanità, è di fatto assente sul piano della programmazione dei servizi.

I provvedimenti sul risparmio stanno rappresentando il nucleo della proposta delle Regione, e la sanità pubblica rivela sempre maggiori disparità e grandi squilibri.

Nel Veneto, andando in direzione del tutto opposta ai bisogni di salute dei cittadini, si è operato, fra l’altro, sulla separazione della sanità dall’assistenza, con la conseguenza di uno spaventoso scadimento del livello qualitativo delle prestazioni.

La Regione con una politica cinica e spietata ha scelto di trasferire una quota consistente della spesa dal fondo sanitario, che dovrebbe garantire l’universalità e la gratuità dell’assistenza, alla spesa sociale sostenuta in primo luogo dalle famiglie e, in via secondaria, dagli Enti Locali (considerato l’obbligo del domicilio di assistenza che grava sui Comuni) per quanto concerne parte della quota della retta delle Case di Riposo e delle strutture semiresidenziali e residenziali per i disabili, le persone con problemi psichiatrici, gli affetti da HIV.

Si è tolta alle Case di Riposo la discrizionalità di accoglimento mettendola nelle mani delle Asl, e con ciò completando il quadro di trasformazione del sistema assistenziale in un appalto del sistema sanitario relativamente alle patologie della terza età, il tutto pagato, prevalentemente dalle famiglie.
In altri termini comandano la Regione e le Asl, ma i soldi ce li mettono le famiglie.
Anche per le attività distrettuali la Regione Veneto decide, dal 1999, di scorporare le “prestazioni sociali a rilevanza sanitaria” a carico dei Comuni, mantenendo a carico delle Asl le “prestazioni sanitarie a rilevanza sanitaria” e le “prestazioni socio - sanitarie ad elevata integrazione sanitaria”.
Di conseguenza vengono posti a totale carico delle amministrazioni comunali alcuni servizi dell’area materno - infantile, i servizi di assistenza domiciliare “semplice”, i programmi di inserimento/reinserimento sociale e di integrazione lavorativa per disabili, tossicodipendenti ed alcoldipendenti.

Tutto ciò marginalizzando però sempre più i Comuni nelle scelte di politica sanitaria, togliendo loro funzioni, limitandone fortemente il ruolo di controllo sulle Asl.

13 gennaio 2007

RdB - CUB Sanità P.I. Venezia

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