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(11 Gennaio 2007)

Le pretese egemoniche e il bellicismo del governo degli Stati Uniti formano parte di una politica istituzionale che coinvolge ugualmente repubblicani e democratici, hanno denunciato i pacifisti nordamericani in visita a Cuba nel secondo giorno di soggiorno nell’Isola.

Questi attivisti umanitari sono difensori dei diritti civili, contro la guerra, ed hanno denunciato che nei circoli di potere degli USA si ottengono milioni di dollari grazie ai conflitti armati.

Medea Benjamín, una delle fondatrici del gruppo femminile antimilitarista “Codice Rosa: donne per la pace”, ha affermato che in materia di militarismo e di armamenti “si tratta di una politica di stato, che va a di là di qualsiasi identificazione politica. C’è tutto un sistema che guadagna con la guerra”, ha dichiarato a PL la Benjamín, direttrice dell’Organizzazione Non Governativa Global Exchange (che promuove alternative di commercio equo contro la globalizzazione corporativa).

L’attivista è giunta a Cuba con pacifisti come Cindy Sheehan, detta " La Mamma della Pace" dopo la sua campagna per esigere la fine della guerra in Iraq dove il suo unico figlio, il soldato nordamericano Casey Sheehan è morto

Medea Benjamín, ha detto che i repubblicani possono avere relazioni più strette con compagnie come la Lockheed Martin (armi e informatica), o la Halliburton, che hanno speculato moltissimo con le guerre, ma che anche i democratici hanno i loro vincoli e anche le imprese come la Brown Root, sussidiaria della Halliburton e quelle petrolifere Chevron, Exxon Mobil e Texaco.

“Vogliamo che il nostro governo stabilisca una data precisa per il ritiro delle truppe dall’Iraq, mentre ora, con il nuovo congresso stanno chiedendo 100 milioni di dollari in più per la guerra di cui non vediamo la fine”, ha sottolineato ancora.

La militante ha stimato curioso che i democratici, il cui partito afferma di volere il termine della guerra in Iraq, dicano che approveranno l’erogazione della somma. “Questo significa che aiuteranno il presidente a continuare la guerra. Noi diciamo ai congressisti che se vogliono davvero terminare questa guerra e salvare le vite dei soldati nordamericani, devono negare i fondi”.

La decina di pacifisti degli USA martedì andrà a Guntánamo, nell’oriente dell’Isola, per realizzare una manifestazione nelle vicinanze della base navale che gli USA mantengono nella zona, contro la volontà della popolazione cubana.

In questa installazione di circa 117 Km. quadrati sono detenute dal gennaio del 2002 circa 40 persone che, si dice, sono membri della rete di Al Qaeda, che non sono mai state accusate o processate.

“Il nostro viaggio coincide con il V anniversario dell’apertura della prigione e noi siamo qui per protestare per il trattamento disumano inflitto a questi uomini prigionieri e privata anche di un processo equo”, ha detto la Sheehan, tenendo che molti statunitensi provano vergogna per il governo attuale e per le atrocità che si commettono a Guantánamo, dove si utilizza anche la tortura.

Durante la permanenza a Guantánamo, un avvocato che fa parte del gruppo ed è esperto in questioni legali sui detenuti, impartirà una conferenza sulle condizioni di questo carcere, già denunciate alla Corte Suprema degli Stati Uniti. (Ulises Canales).

SONO A CUBA I PACIFISTI STATUNITENSI CHE ANDRANNO A GUANTÁNAMO

Cindy Sheehan, madre di un giovane soldato statunitense morto in Iraq, è giunta nella capitale cubana accompagnata da una dozzina di pacifisti, come parte di una campagna per esigere dagli Stati Uniti la chiusura della prigione nella Base Navale di Guantánamo dove il governo statunitense ha installato una prigione nel territorio orientale dell’Isola, illegalmente occupato contro la volontà del popolo cubano.

Il Pentagono ha sequestrato a Camp Delta, così si chiama la prigione, centinaia di persone con la scusa di una presunta lotta al terrorismo.

Nessun prigioniero ha avuto un giusto processo e non sono mai state verificate o rese note le accuse contro di loro. I casi di maltrattamenti e torture che sono avvenuti in questa prigione sono però oramai innumerevoli.

Il gruppo dei pacifisti è stato ricevuto nell’aeroporto internazionale José Martí dell’Avana dal reverendo Raúl Suárez, direttore del Centro Memoriale Martin Luther King e da Javier Domínguez, dirigente dell’Istituto Cubano d’Amicizia con i Popoli.

La pacifista statunitense Sheehan ha affermato che con questa visita all’Avana si vuole richiamare l’attenzione sulle illegalità che gli USA commettono a Guantánamo e ottenere che il governo del suo paese chiuda Camp Delta e realizzi processi adeguati alle persone lì sequestrate da anni.

La Sheehan ha aggiunto che desidera conoscere il popolo di Cuba e questa Isola dei Caraibi: “Siamo qui come amici per raggiungere un’intesa tra i nostri paesi e siamo molto entusiasmati, perchè si tratta di una lotta molto umana”, ha detto.

La delegazione andrà a protestare contro l’esistenza di questo campo di concentramento e offrirà una conferenza stampa per far conoscere gli abusi commessi dagli USA, il prossimo 11 gennaio, stabilito come giorno internazionale per la chiusura del carcere.

Questa data segna il V Anniversario dell’arrivo del primo detenuto nella Base.

Il programma della Sheehan e dei suoi accompagnanti si estenderà sino a giovedì 13 e include la visita al Centro Memorial Martin Luther King, alla Scuola Latinoamericana di Medicina, l’ Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli e altri luoghi d’interesse sociale.

Il gruppo andrà a Guantánamo per esprimere la condanna delle pratiche di tortura nella prigione e quindi una parte del gruppo rientrerà negli USA per esigere dal Congresso la chiusura definitiva di questo luogo di dolore e di sopraffazione. (PL).
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L'Avana. 8 Gennaio 2007

Granma Internacional

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