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(7 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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Il governo decide sull’enclave americana di Vicenza

(16 Gennaio 2007)

Il pressing dell’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Ronald P. Spogli sta dando i suoi velenosi frutti. Tutti i principali mezzi di comunicazione stanno a favore della nuova gigantesca base militare americana a Vicenza. Tutto il centro destra, ovviamente. Per ultimi son scesi in campo autorevolie ministri del governo Prodi, affinche’ la nuova base si faccia e non siano pregiudicate le buone relazioni col Pentagono e l’amministrazione Bush. Prodi, questo Craxi in miniatura, ha perentoriamente dichiarato: “Decido io!”. A favore o contro? Ma a favore, che diamine! Ancora qualche giorno di melina, poi la sudditanza atlantista prendera’ il sopravvento, in barba alle proteste dei comitati vicentini e alle rimostranze della cosiddetta “sinistra radicale”. Chi ha votato, venendo clamorosamente meno alle proprie roboanti dichiarazioni in senso contrario, per la guerra in Afganistan, trovera’ una maniera per tirarsi giu’ le braghe anche stavolta. In quel caravanserraglio che e’ il Conslglio dei ministri, qualcosa in cambio, alla “sinistra radicale”, verra’ dato, magari sul fronte della spesa sociale. Il nostro pessimismo e’ frutto di una prevenzione antiamericanista? Macche’, il nostro pessimismo discende da elementari considerazioni geopolitiche. Che D’Alema tenti di ridare una verniciata filoaraba alla politica estera italiana, questo puo’ andare. Anzi puo’ pure far comodo all’Imperatore (vedi la missione in Libano). La posizione geopolitica del nostro paese, quella, non puo’ essere invece messa in discussione. L’Italia e’ infatti un vero e proprio baluardo strategico americano nel Mediterraneo. Per questo la sua sudditanza e’ piu’ importante oggi che ai tempi della guerra fredda, quando il nemico principale era l’URSS e il posto centrale nello schieramento antisovietico spettava alla Germania federale. Si vocifera che gli americani, nel caso di un rifiuto italiano alla mega-base militare nell’area del Dal Molin, siano gia’ pronti a trasferirla in Germania. Noi non ci crediamo, non ci crediamo perche’ questo scompaginerebbe la strategia americana, che poggia su una precisa dislocazione strategica delle proprie forze offensive. Crediamo piuttosto che gli americani non molleranno l’osso e che un eventuale rifiuto da parte del governo Prodi, avrebbe serissime consegeunze nelle relazioni con Washington. Tanti sono i guai di Prodi, non andra’ a cercarsene di nuovi pesanto i piedi al pur azzoppato G.W. Bush.

Notiziario del Campo Antimperialista ... 16 gennaio 2006

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