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Praga. Il convitato di pietra

Praga. Il convitato di pietra

(8 Aprile 2010) Enzo Apicella
Usa e Russia discutono il nuovo Trattato Start. Delle armi nucleari di Israele, denunciate da Mordecai Vanunu, non si parla.

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Milano: incontro con il comitato ‘No Dal Molin’

(19 Gennaio 2007)

L’Italia è una base militare per l’imperialismo statunitense di primaria importanza strategica. Secondo un rapporto ufficiale del Pentagono, Base Structur Report, nel 2003 c’erano in Italia 15.500 militari nordamericani, 4.500 civili e 2000 strutture con una superficie occupata di oltre 1 milione di metri quadrati. A questa presenza massiccia va ovviamente aggiunta quella della NATO.

A Vicenza (già occupata da varie basi, alloggi per militari e magazzini) il governo americano, con l’assenso di quello italiano, vuole ampliare la caserma Ederle e appropriarsi dell’aeroporto civile Dal Molin che in questa operazione passerebbe direttamente sotto l’autorità del Pentagono come tutta l’area della caserma. Questa base diventa così centrale per la strategia militare USA: qui verrà formata la Brigade Combat Team, una brigata speciale per gli interventi rapidi che dovrà garantire il massimo della potenza nel minimo del tempo. Insomma da qui partiranno tutte le prossime missioni imperialiste USA.

Il governo Prodi, anche in questa occasione, ha dimostrato la sua continuità con quello precedente. Non che questo ci meravigli, visto che la finanziaria di guerra approvata dal governo ha tagliato -come quella di Berlusconi- su tutti i servizi sociali per stanziare 18 miliardi di euro per la Difesa, a cui vanno aggiunti 1,7 miliardi per gli armamenti e 350 milioni per il finanziamento dello strumento militare. Insomma i sinistri al governo, oramai ancorati alle loro poltrone e dimenticate le bandiere della pace, pensano da un lato a come far pagare a noi proletari le spese delle 25 missioni in cui l’esercito italiano è impegnato, dall’altro lato a mantenere il ruolo di fedeli servitori dell’imperialismo USA. Addirittura sindacati come CISL e UIL hanno dato vita a un comitato in sostegno alla costruzione della base alla faccia di una città intera che da mesi si sta mobilitando contro la militarizzazione del proprio territorio.

La determinazione dei cittadini di Vicenza ha costretto partiti e CGIL a misurarsi con questa lotta partita autonomamente e ha saputo unire la lotta contro la base a quella contro la guerra portando in piazza 30.000 persone lo scorso 4 dicembre. La mobilitazione popolare sta diventando scomoda tanto alla giunta di centro destra di Vicenza quanto al centro sinistra al governo, così martedì 9 gennaio il comitato No Dal Molin è stato manganellato e spintonato dai vigili e dalla digos durante un presidio davanti al Comune di Vicenza in cui contestava l’ambasciatore statunitense, venuto appositamente a sollecitare l’autorizzazione per l’inizio dei lavori sulla caserma. Questo atto repressivo e la decisione assunta dal governo non fermeranno la lotta dei cittadini di Vicenza che sono ancora più determinati nel cacciare i guerrafondai e nell’opporsi a chi vuole avvallare questi progetti infami.

MERCOLEDI’ 24 GENNAIO
h. 12.00 Facoltà di Scienze Politiche aula 21
(via Conservatorio 7)
h 20.30 PRESSO USI, VIALE BLIGNY 22 MILANO
(tram 9, 29,30 fermata metro più vicina Porta Romana)

INCONTRO CON IL COMITATO
‘NO DAL MOLIN’ di Vicenza

Coordinamento di lotta per la Palestina
Assemblea studenti di scienze politiche
Comitati contro la guerra Milano

Fonte

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