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(30 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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Da Ederle 2 a Sigonella, passando per Camp Darby?

Risposta alla lettera di Area Socialista di Pisa

(27 Gennaio 2007)

Incredibilmente, Area Socialista di Pisa interviene sulla questione delle basi militari “ricordando” che un trattato internazionale del 1954 vincola l’Italia alla presenza delle basi statunitensi sul proprio territorio. Siamo veramente grati di essere stati così informati su di un particolare che, evidentemente, era sfuggito a tutto il movimento pacifista e contro la guerra, nonché alla “sinistra radicale”.
Il “richiamo” dell’Area Socialista suona falso e ipocrita, teso a diffondere rassegnazione tra la cittadinanza per evitare una mobilitazione contro le basi e in particolare contro la presenza di Camp Darby sul nostro territorio. Sicuramente occorre mettere in discussione il trattato internazionale, ma per fare questo occorre impedire il progetto di allargamento delle basi già esistenti (Ederle, Sigonella, Camp Darby).
La risposta di Vicenza al progetto di insediamento della base Dal Molin è il segnale che tra i cittadini si va diffondendo sempre più la consapevolezza del pericolo rappresentato dalle basi militari, che fa crescere una sincera opposizione alle politiche di guerra perseguite costantemente dai governi italiani fin dalla prima guerra del Golfo, passando dall’intervento in Somalia alla guerra contro la Yugoslavia (Presidente del Consiglio D’Alema), fino alle ultime avventure (Afghanistan, Irak, Libano). Nonostante la chiara posizione della maggioranza degli italiani contro le missioni militari all’estero, la politica estera italiana prosegue in sostanziale continuità tra centrodestra e centrosinistra (nonostante la propaganda dell’una o dell’altra parte).
Il ritiro delle truppe dall’Irak non basta a invertire la tendenza: non devono essere rifinanziate le missioni militari e occorre chiedere il ritiro dall’Afghanistan da tutti i fronti di guerra.

È necessaria inoltre una risposta coerente e ferma da parte della “sinistra radicale”, che colleghi la questione delle basi al sistema di guerra che gli USA vogliono imporre agli “alleati”.
Temiamo invece che l'Italia si riconfermi invece disponibile a cedere a tutte le richieste statunitensi e ad ingoiare qualsiasi limitazione della propria sovranità territoriale, con la sinistra radicale impotente e succube del riformismo filoatlantico di Prodi, D’Alema, Amato e Rutelli.

Oggi più che mai occorre una svolta che parta dalla mobilitazione della cittadinanza contro la presenza delle basi militari USA e NATO sui nostri territori e faccia crescere una opposizione reale contro la guerra, per il ritiro di tutte le truppe da tutti i fronti di guerra.
Per questo è determinate partecipare alla manifestazione del 17 febbraio a Vicenza, come primo momento di costruzione della mobilitazione contro il rifinanziamento della missione in Afghanistan e di tutte le altre operazioni militari di guerra mascherate da missioni di pace.

Associazione Comunista IL PIANETA FUTURO

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