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(27 Gennaio 2007)
Quarantotto decessi per esposizione all'amianto accertati tra i circa 500 lavoratori, dall'inizio degli anni 60 fino a metà anni 80, alla Casaralta di Bologna, l'ex officina che si occupava della coibentazione delle carrozze delle Ferrovie dello Stato.
I dati sono stati resi noti da Loris Costellati, medico del lavoro dell'Ausl di Bologna, nel corso del processo che si è aperto ieri davanti al giudice Donatella Santini e che vede imputato l'ingegner Carlo Farina, ex direttore generale della Casaralta.
L'accusa è omicidio colposo plurimo per la morte di 9 lavoratori stroncati dall'esposizione alle fibre del minerale cancerogeno utilizzato in officina per almeno 20 anni. Tra i 48 casi, tre sono di asbestosi, 22 di carcinomi polmonari e 27 mesoteliomi pleurici.
Mi sa che i quasi 50 morti non sono serviti a molto. Siamo nel 2008 e l'amianto è ancora tutto qui e non è certo in buone condizioni. Io abito a 50 metri e ho un figlio di 10 mesi che respira quest'aria. La nostra vita è a rischio.
Cliccate su http://www.youtube.com/watch?v=rJHrV8ZGTGE
(19 Aprile 2008)
STEFANO TAURINO
io sono il figlio di uno dei 27 ucciso dal mesotelioma ed ho testimoniato al processo.
emerge che gia alla fine dell'800' si era certificato che uccideva sta roba lì! (charing cross hospital london).allora cosa si aspettava per metterla fuori legge? ma forse è inutile lamentarsi.. riflettete sul fatto che in molti stati si usa ancora ! dal britannico ed evoluto Canada alla schiacciasassi democratica CINA (qui i bambini lo usano a domicilio per fabbricare le guarnizioni).
io sono a rischio mesotelioma a causa dei vestiti lavati a casa!! e comunque coraggio ,una minima esposizione,una predisposizione familiare al tumore e il fumo in questa maniera è quasi matematico ammalarsi. meglio non pensarci!!
(20 Dicembre 2008)
Prati Fabio
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