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MARZOTTO: 271 LICENZIATI

(12 Novembre 2002)

Delocalizzare per risparmiare. Chiudere in Italia, dove il lavoro costa ormai troppo per reggere la "competitività", e aprire all'estero, in Europa dell'Est, dove altri operai sono pronti a faticare per molto meno. La Marzotto mette in pratica la sua globalizzazione dei filati, e ieri ha avviato le procedure di mobilità per tutti i dipendenti di Manerbio (Brescia): 271 lavoratori, di cui 245 operai e 26 tra impiegati e quadri. Le prime lettere di licenziamento dovrebbero partire già dal prossimo gennaio, mentre lo stabilimento potrebbe essere definitivamente chiuso entro Pasqua. I dirigenti dell'industria tessile hanno motivato la chiusura con la contrazione dei volumi di vendita: per il prossimo anno c'è l'esigenza di ridurre la produzione di 6 milioni di metri di tessitura. Inoltre, c'è da colmare un buco di 20 milioni di euro. Insomma, Manerbio non serve più.

Non sembra che i posti che verranno persi a Brescia si materializzeranno immediatamente nell'Europa dell'Est, ma l'intenzione di delocalizzare le produzioni, come ammette lo stesso gruppo, è esplicita. D'altra parte la Marzotto ha già un quinto dei suoi dipendenti nella Repubblica ceca: mille persone lavorano nello stabilimento orientale, mentre 4 mila sono distribuiti in diverse fabbriche tessili di Pavia, Vicenza, Biella, Cosenza e (almeno fino a oggi) Brescia. Manerbio ha sofferto più degli altri stabilimenti del calo di produzione, dato che nell'ultimo anno ha fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria per ben 42 settimane. Due accordi sindacali sulle garanzie occupazionali restano sulla carta, mai attuati. A Valdagno, già in ottobre sono stati messi in mobilità 100 dipendenti. E ci sono preoccupazioni anche per lo stabilimento di Mortara.

Sono state indette due ore di sciopero con assemblea in tutti gli stabilimenti, da effettuare entro questa settimana. Saranno fatte altre 4 ore di sciopero in tutte le fabbriche del gruppo, probabilmente il prossimo 15 novembre. E un nuovo coordinamento sindacale nazionale è fissato per il 20 novembre, proprio a Manerbio.

Centro di documentazione e lotta - Roma

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