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Un grido d’allarme per la sinistra politica e sociale

(2 Febbraio 2007)

La situazione è complicata o difficile; ma che vuol dire? Vuol dire che se si comincia a parlare di casa si pensa al governo che è debole e contrastato al suo interno; al Parlamento in precario assetto; ai grandi Comuni e alle Regioni a cui non dispiace la debolezza dello Stato; se si passa ai contenuti, gli investimenti sociali non sono prioritari, mentre crescono le spese militari. E via dicendo.

Intorno a noi c’è chi comincia a sussurrare, che forse avremmo condizionato di più un Governo di centro destra. Perché con il governo Prodi gli sgravi fiscali sono risibili, le protezioni sociali minori, continui gli insulti alla parte sinistra dell’Unione, colpita nei fondamenti costituzionali del patto sociale
Come superare questa discesa libera verso la crisi dell’Unione? E si va verso qualcosa di diverso a che cosa ci potrebbe portare?
Se penso agli obbiettivi di un centro che si sta coagulando vedo alcuni titoli, ma ce ne sono altri, che mi fanno capire dove: nel saccheggio totale dei beni e servizi pubblici, nella riduzione delle pensioni, nell’impoverimento degli stessi proprietari della prima casa, nella liquidazione dell’edilizia residenziale pubblica. Questo già da ora nelle stesse aspirazioni del ceto politico che guida la maggioranza dell’Unione.

Lo si fa per cattiveria? Macché, è solo biologia di classe di chi si sente forte e va avanti finché non verrà bloccato; e deve far presto perché teme una prevedibile rivolta di massa; e dunque incalza, colpendo per parti separate l’intera popolazione.
Se il popolo è frastornato nella sinistra c’è del panico. Essa si difende dietro Prodi, dietro un colosso d’argilla che può da un momento all’altro scaricarla.
Tra pochi giorni a Vicenza si produrrà un altro inevitabile strappo; non tutti ci vanno con tranquillità.
Manca la parte decisivo nello scontro politico, una visibile e concentrata mobilitazione sociale di massa. Certo, è difficile coagularla dopo l’acquiescenza della sinistra ad una finanziaria sostenuta come il male minore. Eppure va fatto.
Non se ne esce senza un evento che vada oltre la mobilitazione di Vicenza. Sinistra politica e sociale, sindacati o loro componenti, potrebbero ancora rompere l’accerchiamento e riprendere l’iniziativa?
Può darsi, ma ogni giorno è cruciale.

2 febbraio 2007

Vincenzo Simoni - Unione Inquilini

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