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L'Italia tripudia la guerra

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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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Military channel

(6 Febbraio 2007)

Se il grado di civiltà di una nazione si misurasse attraverso la qualità dei programmi televisivi più in voga, buona parte dell’occidente non avrebbe sicuramente di che rallegrarsi.
Negli Stati Uniti dove i canali tematici a pagamento sono da tempo diffusi e trattano gli argomenti più disparati è prossima la nascita di una nuova TV che stando alle analisi di mercato dovrebbe riscuotere un ottimo successo.
A destare qualche perplessità riguardo al nuovo canale tematico della rete Discovery Channel è l’argomento dello stesso in quanto non si tratterà dell’ennesimo reality di cattivo gusto ma della guerra in carne ed ossa. Non la guerre passate, da visionare magari come documento storico, ma le guerre attualmente in corso, L’Afghanistan, l’Iraq, la Somalia tanto per intenderci.

Il nuovo canale che prenderà il nome di Military Channel verrà inaugurato il giorno di San Valentino con una maratona di 24 ore durante la quale i soldati statunitensi impegnati a guerreggiare in giro per il mondo potranno profondersi in video messaggi d’amore da dedicare alle loro fidanzate.

Terminate le 24 ore di parentesi romantica il palinsesto di Military Channel resterà fedele al proprio nome e proporrà a beneficio degli amanti del genere, le immagini delle battaglie, dei bombardamenti, delle perlustrazioni, della caccia al nemico, tutto rigorosamente “dal vivo” attraverso i filmati amatoriali realizzati dai militari stessi che s’inventeranno registi delle proprie prodezze e di quelle dei loro compagni. Probabilmente un minimo di censura epurerà incidenti di percorso sul genere di Abu Grahib e Falluja, ma la rete televisiva assicura comunque la massima realisticità ed effetti speciali senza paragone.
Non mancheranno nel palinsesto neppure le tavole rotonde sui combattimenti più importanti, le biografie degli eroi che si sono meglio distinti nella soppressione e le interviste di rito ai nemici catturati, rigorosamente in catene e di arancione vestiti.

A determinare il convincimento che Military Channel raccoglierà un altissimo indice di gradimento presso il pubblico, fino a prevedere inizialmente almeno 90 milioni di spettatori, ha contribuito il cospicuo budget pubblicitario già raccolto dalla rete per la programmazione che farà seguito a San Valentino, tanto da far pronosticare ai responsabili un fulgido futuro per un canale così “rivoluzionario” non solo negli stati Uniti ma anche nel resto del mondo, supponiamo con la sola eccezione di quei paesi che la guerra la subiscono ed i cui abitanti possono apprezzare il tutto dal vivo senza l’intermediazione delle telecamere.

Naturalmente la lodevole iniziativa ha già raccolto l’appoggio del Pentagono, delle industrie belliche, di quelle farmaceutiche (la guerra per loro significa incremento dei profitti assicurato) delle società di assicurazione e di tutti coloro che operano nell’elettrizzante mondo dei soldati e delle armi.
Resta solo da domandarsi se questa commistione fra soldati, attori, eroi e registi non finirà per confondere un poco il telespettatore che posto di fronte alla guerra senza veli potrebbe iniziare a domandarsi dove stanno i buoni e dove i cattivi che non sempre vestono arancione.

Marco Cedolin

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