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Caporalato?

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Poste Firenze: attacco al diritto di sciopero!!!

Abbiamo raggiunto il colmo o dobbiamo aspettarci ancora qualcosa di peggio?

(9 Febbraio 2007)

Nella categoria dei portalettere è sempre stato difficile considerare lo sciopero come un mezzo a cui ricorrere per far valere i propri diritti e al contempo danneggiare l'azienda. Infatti un portalettere che sciopera non chiude uno sportello, non blocca la produzione come in una fabbrica e non salta una corsa come nei trasporti; per un portalettere scioperare un giorno significa ritrovarsi con il doppio del lavoro il giorno dopo.

Fino a qualche tempo fa ci si rifiutava di consegnare la posta del giorno in cui si era scioperato costringendo l'azienda a ricorrere a qualche sostituto. Fino a qualche anno fa. Finché c'erano i sostituti.

In seguito l'azienda era costretta a pagare straordinari per far sì che lo scioperante smaltisse, seppur con comodo ritardo, la corrispondenza giacente del giorno di sciopero.

Ancora oggi funziona in qualche maniera così, anche se i tempi via via si restringono.

Oggi si deve far fede ad indici di qualità che ci impongono delle priorità: giornali quotidiani ed invii prioritari innanzitutto; riviste settimanali e lettere ordinare poi; infine stampe pubblicitarie ed inviii senza indirizzo che possono essere consegnati anche con qualche giorno di ritardo. Finora è sempre stato così.

In occasione dell'ultimo sciopero del 17 novembre 2006, sciopero generale contro la Finanziaria indetto da tutto il Sindacalismo di Base, qualcosa è cambiato.

In un ufficio fiorentino agli scioperanti è stato imposto di azzerare gli invii considerati più urgenti nel giorno immediatamente successivo, sabato 18.

Lunedì 20 sono state date in consegna le stampe, comprese quelle del venerdì e del sabato.

Entro due giorni avremmo dovuto svolgere il lavoro per il quale avevamo scioperato!

Gratis!!!

Quel giorno inoltre fu un giorno particolarmente disagevole a causa delle pessime condizioni atmosferiche, tanto che nello stesso ufficio fu consentito ai portalettere di uscire con mezz'ora di anticipo rispetto al normale orario di lavoro con permesso aziendale retribuito per consentir loro di andare a casa a cambiarsi.

E questo non succede per due gocce d'acqua.

Ad una collega dipendente dello stesso ufficio, che comunque terminò regolarmente le sue sei ore di servizio senza usufruire del permesso, è stato contestato il fatto che riportò indietro, dei cinquanta e rotti chili di posta con cui era uscita, undici chili di stampe!

Ricordiamo che il lavoro del postino, per contratto, si svolge su base oraria. Il peso non ha alcun valore. Undici chili di posta possono corrispondere a cinque minuti di lavoro come ad un'ora.

In conseguenza di questo la collega è stata sanzionata con sei giorni di sospensione dal servizio!

Avranno ancora voglia di aderire ad uno sciopero i postini?

Riteniamo questo episodio un gravissimo precedente per i diritti sindacali di tutti i lavoratori!

Abbiamo raccolto e stiamo raccogliendo ancora solidarietà nei confronti della collega colpita. Oltre 700 le firme raccolte tra i lavoratori postali fiorentini, fatte proprie anche dalle Rsu del Recapito. Solidarietà da parte di tutto il Sindacalismo di Base promotore dello sciopero del 17 novembre. Solidarietà da parte di singoli lavoratori e cittadini ci arrivano per via telematica.

Ringraziamo tutti perché solo l'unità dei lavoratori può essere la nostra forza!

Alla pagina http://slaicobasposte.altervista.org/html/novita/attacco.html potrete leggere tutti gli articoli usciti sui giornali in merito alla vicenda.

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