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Marzotto- Valdagno (VI): venerdì 15 4 ore di Sciopero contro i licenziamenti

comunicato CUB tessili Marzotto

(13 Novembre 2002)

Il sindacato di base CUB presente negli stabilimenti di Valdagno intende invitare tutti i lavoratori e la cittadinanza a mobilitarsi contro il continuo smantellamento del settore tessile della Marzotto.

“l’indirizzo è di creare una corporate molto snella... ma vincolata a produrre valore aggiunto (profitto) per gli azionisti” (Favrin)

“tornare a far cassa...gli stabilimenti non più produttivi dovranno uscire dal gruppo” (Sassi)


Da simili dichiarazioni (15 ottobre 2002) degli Amministratori della Marzotto cosa ci si può aspettare se non chiusura di stabilimenti come quello di Manerbio con i relativi 270 licenziamenti;
68 operai, 20 impiegati licenziati , pardon, in mobilità e prepensionamento a Valdagno.

Stiamo assistendo alla crisi delle grandi industrie, basta vedere quello che sta succedendo anche alla Fiat, che reagiscono con i metodi di sempre: scaricare sui lavoratori i loro problemi le loro ristrutturazioni.

Ricordiamo che la Marzotto, come la Fiat, è una azienda che negli anni passati ha fatto frequente ricorso ai finanziamenti pubblici.

Questi finanziamenti sono stati dei regali e sono serviti a smantellare fabbriche, a ridurre migliaia di posti di lavoro.

La Marzotto in questi anni ha esternalizzato, cioè portato all’estero, dove ovviamente il costo degli operai è molto più basso, macchinari e produzione: alcuni anni fa in Lituania (reparti di Schio), questa estate, i macchinari di finissaggio di Manerbio 3 sono finiti a Valdagno, gli altri nello stabilimento di Brno in Cechia.

Queste esternalizzazioni non sono state sufficienti, infatti la Marzotto si è fatta produrre TONNELLATE DI FILATI DA AZIENDE ESTERNE AL GRUPPO ( A Novara, Biella, Bergamo, persino in Irlanda). Questo dalla scorsa primavera. FILATI CHE POTEVANO essere prodotti a Manerbio E POSSONO ORA ESSERE PRODOTTI NEGLI STABILIMENTI DEL GRUPPO E A VALDAGNO.
Questo a dimostrare la strumentalità del piano Marzotto

Sempre questa estate, mentre si faceva ricorso alla cassa integrazione, a ferie forzate, sono state fatte prove di produzione di filato presso la RAUMER di Valli del Pasubio.

Intanto all’interno degli stabilimenti di Valdagno sono cresciuti i carichi di lavoro, l’atteggiamento repressivo dei dirigenti.
Atteggiamenti aziendali che hanno prodotto, organizzati dalla RSU/CUB, alcuni scioperi dei reparti interessati.

C’è il rischio, leggendo le interviste degli amministratori Marzotto, che si vada ad un rapido e drastico ridimensionamento del settore Tessile e si intenda invece puntare solo sul settore confezioni.

Non siamo d’accordo con CGIL-CISL-UIL che si lamentano ma poi sono disponibili a discutere, a mediare su tutto con l’azienda: QUESTA POLITICA DI CONCERTAZIONE SINDACALE, COME SI E’ VISTO, NON HA SALVATO NESSUN POSTO DI LAVORO.

BISOGNA COSTRINGERE LA MARZOTTO A RITIRARE I LICENZIAMENTI

LA CUB PROPONE CHE LO SCIOPERO DEL 15
NON SIA UN EPISODIO ISOLATO DI LOTTA.


Allora bisogna aprire da subito una vertenza , programmare iniziative di lotta continue dentro e fuori la fabbrica, creare unità e solidarietà tra tutti i lavoratori

ABBIAMO DIRITTO AL LAVORO, ALLO STIPENDIO, AD UN FUTURO CERTO, AD UNA VITA DEGNA DI ESSERE VISSUTA.

Valdagno, 13-11-2002

il coordinatore provinciale CUB
Raniero Germano 3334465346

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