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(23 Ottobre 2010) Enzo Apicella
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L’esecuzione di Saddam Hussein: il contributo imperialista alla guerra civile (etnico-religiosa) in Iraq!

(7 Gennaio 2007)

La vergognosa esecuzione sommaria dell’ex “amico” Saddam Hussein è il culmine della campagna di propaganda della “vittoriosa” guerra in Iraq da parte dell’imperialismo statunitense (e del suo servo inglese), con il complice silenzio dell’imperialismo europeo e l’impotenza assoluta della comunità internazionale inquadrata nell’ONU al servizio del padrone USA.
La condanna a morte, oltre ad essere intollerabile per la coscienza civile e morale della nostra civiltà giuridica, e l’esecuzione di Saddam Hussein hanno obiettivi esclusivamente politici, e non hanno niente a che vedere con alcun concetto, per quanto barbaro e primitivo, di giustizia. Basti vedere come l’ipocrisia di questa “giustizia” sommaria si eserciti quando ancora il processo per il più efferato massacro di Saddam contro i kurdi è appena iniziato. Basti vedere le modalità da far west, con l’impiccagione davanti a testimoni festanti. E tanto più risalta il contrasto tra l’impiccagione del “nemico” Saddam (giustiziato per l’assassinio di 143 oppositori), mentre il boia Pinochet (che aveva sulla “coscienza” qualche decina di migliaia di morti) ha potuto mo rire tranquillamente nel suo letto. Infine, il tribunale che ha condannato Saddam non è un tribunale internazionale: si temeva forse che Saddam denunciasse come Milosevic complicità occidentali?
Nessuna giustizia può essere invocata di fronte a tutto ciò: semplicemente all’Amministrazione Bush non restava che fomentare l’odio tra le fazioni politiche (possibilmente in chiave etnico-religiosa) per scatenare la guerra civile di fronte all’impossibilità di “normalizzare” l’Iraq secondo i propri piani di dominio imperialista e neocolonialista del Medio Oriente.

Quando in estate Israele ha scatenato l’inferno in Libano e a Gaza, tentando di eliminare definitivamente le forze più determinate della resistenza (Hezbollah e Hamas) nell’arrogante tentativo di imporre la propria politica sull’area, gli USA ne hanno appoggiato incondizionatamente la guerra scatenata (compresi gli effetti collaterali, cioè il massacro di civili inermi tra cui donne e bambini alla ricerca di un riparo dai bombardamenti!) con l’obiettivo di costruire il pretesto (ricercato da più di un anno e sfuggito per la ingovernabile situazione irachena) per chiudere i conti con la Siria e attaccare l’Iran, torna a soffiare sul fuoco delle fazioni per allargare il caos e determinare le condizioni per uno sciagurato allarga mento del conflitto contro Siria e Iran.
Basti vedere chi esprime soddisfazione per questa barbarica e vendicativa esecuzione: gli sciiti iracheni; gli iraniani, che hanno salutato la morte del nemico di sempre; gli israeliani, che vedono in questa esecuzione un ulteriore passo verso la soluzione finale della propria affermazione imperialistico-sionista nell’area. Perfino i kurdi, perseguitati e ferocemente repressi da Saddam Hussein, hanno espresso riprovazione per la condanna e l’esecuzione sommarie, che non permetteranno di appurare i crimini subiti né di ottenere verità né giustizia.

Sarebbe questa la giustizia “occidentale”, che ammazza per propaganda un nemico senza che i processi siano neppure terminati, o li rinchiude in prigioni tipo Abu Graib o Guantanamo)? Sarebbe questa la libertà della democrazia liberale (la libertà di ammazzarsi l’un l’altro in nome dei fanatici richiami religiosi che nascondono i progetti di dominio imperialistico e neocolonialistico)?
Come comunisti esprimiamo la più assoluta riprovazione della vendetta politica statunitense contro Saddam Hussein e la preoccupazione che la perdurante occupazione militare dell’Iraq alimenti il caos che sfocerà in una guerra etnico-religiosa incontrollabile e strumentalizzata dalle fazioni più oscurantiste.

Associazione Comunista IL PIANETA FUTURO

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