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Dove passa Cimoli non cresce più l’erba, a parte nel giardino di casa sua

Alitalia, il caso Cimoli: oltre all’inganno la beffa.

(11 Febbraio 2007)

Giancarlo Cimoli lascia l’Alitalia in una condizione ancora più disastrosa di come l’aveva trovata al suo ingresso nel 2004. Una situazione paradossale.
Mentre l’Alitalia è sull’orlo del baratro, Cimoli viene liquidato con 5 milioni di euro. Ma non è tutto. Una clausola lo declina da qualsiasi responsabilità per il suo trascorso di amministratore delegato alla guida di Alitalia. Il senatore diessino Cesare Salvi ha presentato un’interrogazione parlamentare per far luce su questa vicenda. Sarebbe il caso, una volta per tutte, di aprire i libri contabili, costi quel che costi. Ora diventa un’atto dovuto per far chiarezza sulle troppe irresponsabilità gestionali e amministrative che ci hanno portato ad una situazione incontrollabile. Indubbiamente, resta poco chiaro il fatto che alcuni esponenti politici non sapessero che il manager più pagato d’Europa era proprio lui e ora gridino allo scandalo.

Cimoli è stato scelto dapprima dalle forze di centro destra e poi riconfermato con il governo Prodi. Il suo stipendio in Alitalia si aggirava dai 10 ai 15 mila euro al giorno. Ma per Gianfranco Cimoli, classe ‘39, non è una novità percepire stipendi d’oro.

Dopo aver spacchettato le Ferrovie dello Stato, licenziando 50 mila dipendenti, il trasporto su ferro continua ad essere un servizio tra i più disastrati d’Europa. La sua buonuscita dalle ferrovie è stata di 8 milioni di euro.

Il suo piano industriale in Alitalia (2005-2008), che avrebbe dovuto risollevare le sorti della compagnia di bandiera, è stato, ancor prima della sua applicazione, contestato dal Sult ora Sdl (Sindacato dei Lavoratori), ma invano. Gli obiettivi di questo grande manager sono andati avanti unilateralmente, evitando sempre e comunque una reale intermediazione con i rappresentanti del maggior sindacato dei lavoratori.

E' evidente che ora, alla luce di questi fatti, una verità l’abbiamo appresa. All’ingegner Cimoli, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Cavaliere del lavoro interessano solo i propri compensi milionari.

L'Alitalia chiude un bilancio 2006 con una perdita di 380 milioni e un debito che supera un miliardo di euro. E questo fatto apre i presupposti per una nuova ricapitalizzazione, incidendo sulle trattative in corso con i potenziali acquirenti privati. A dimostrazione della propria solidità patrimoniale restano in gara l'Unicredit, l'AirOne , la Texas Pacific Group, TerraFirma e MatlinPatterson, e Carlo De Benedetti. Paolo Alazraki si è invece autoescluso.

Alessandro Ambrosin

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