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L'Italia tripudia la guerra

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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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Per il ritiro delle truppe dall’Afghanistan e da tutti i fronti di guerra

Costruiamo insieme una grande manifestazione nazionale

(2 Marzo 2007)

Per il 17 marzo è stata lanciata a Nairobi dal Forum Sociale Mondiale la giornata mondiale contro la guerra, nell’anniversario dell’invasione USA dell’Iraq. In tutto il mondo, milioni di persone chiederanno la fine delle guerre, a partire da Iraq e Afghanistan, la chiusura delle basi, il disarmo atomico. In quei giorni, il Parlamento italiano voterà sul rifinanziamento delle missioni, Afghanistan in primis. Per questo facciamo appello a tutte/i coloro che condividono il sogno della pace e della giustizia, affinché si costruisca anche in Italia la giornata mondiale contro la guerra.

Il movimento contro la nuova base USA di Vicenza ha segnato con la straordinaria manifestazione del 17 febbraio una svolta contro le politiche belliche del governo, per una nuova stagione di lotte che rompa la complicità dell’Italia con la guerra permanente. L’imposizione della base USA è una scelta contraria alla volontà popolare e alla difesa dell’ambiente, ma anche una strategia di complicità alla guerra, in sintonia con USA e NATO, con il sostegno alla produzione bellica e l’aumento spropositato delle spese militari fino alla sciagurata decisione di acquistare dagli USA per 13 miliardi i bombardieri Joint Strike Fighter: una politica che si definisce multilaterale ma che rimane di guerra, mossa dal desiderio di fare dell’Italia una piccola-grande potenza, agevolando l’espansione nel mondo dei propri gruppi economico-militari e finanziari.

E sulla guerra il governo Prodi è crollato al Senato, travolto dalle sue contraddizioni, a sinistra e a destra. Il Prodi-bis, che è stato rimesso in piedi con ulteriori contributi da destra, sfida apertamente tutti i movimenti in campo, da quello NO-Tav, imponendo l’ Alta velocità, a quelli ambientalisti con i rigassificatori, al movimento no-Vat e pro-Pacs abbandonando i già moderatissimi DICO; ma soprattutto collide con il movimento no-war, affermando piena fedeltà a Usa e Nato, e confermando le missioni belliche e la costruzione della base a Vicenza

Viene meno l’illusione del “governo amico” e nasce per chi ama la pace la responsabilità di costruire una nuova opposizione sociale alle politiche di guerra, dando continuità al movimento dopo il 17 febbraio e contestando la politica estera del Prodi-bis. E il primo obiettivo che abbiamo davanti, oltre a vincere la lotta contro il Dal Molin, è quello del ritiro delle truppe dall’Afghanistan, massima forma di complicità con una guerra sotto il comando della NATO. La lotta contro la base USA di Vicenza è diventata la lotta di tutti/e: così crediamo debba essere per la lotta contro l’intera politica di guerra, a partire da chi sul territorio contesta la militarizzazione crescente.

Vogliamo costruire insieme una grande manifestazione nazionale a Roma come seconda tappa del percorso iniziato dalla popolazione vicentina, congiungendo il NO ALLE BASI e il NO ALLE MISSIONI MILITARI, e le lotte sui territori all’opposizione nazionale e internazionale alla guerra, accompagnandola con la forte richiesta ai parlamentari di votare contro il decreto e il rifinanziamento della missione in Afghanistan.

PER IL 17 MARZO A ROMA. PER IL RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE DALL'AFGHANISTAN E DAGLI ALTRI FRONTI DI GUERRA. PER LA CHIUSURA DELLE BASI MILITARI USA-NATO, PER VINCERE LA LOTTA CONTRO LA BASE DAL MOLIN. NO ALLE SPESE MILITARI. SOSTEGNO ALLA RESISTENZA DELLE POPOLAZIONI IN LOTTA, DA VICENZA AI PAESI INVASI E OCCUPATI.

Comitato 17 marzo

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