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Sangue sul governo Prodi: fermiamolo

Via dall’Afghanistan subito, tutti/e a Roma il 17 marzo

(7 Marzo 2007)

Gli atroci eventi degli ultimi giorni confermano le peggiori (e più realistiche) previsioni, ridicolizzando i tentativi di presentare la guerra in Afghanistan come missione di pace.
Il conflitto sta precipitando nella massima ferocia, con le truppe USA autrici di ripetute stragi di civili ma in una catena di comando che dipende dalla NATO e di cui le truppe italiane sono corresponsabili: esse nei prossimi giorni saranno coinvolte nel cuore del conflitto, per uccidere o essere uccise. Il rapimento odierno del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo è un segnale chiarissimo: le truppe italiane non potranno contare su nessuna immunità.
E nonostante ciò, il Parlamento, al 99%, sta per rifinanziare la missione, assumendosi la tragica responsabilità di sporcarsi le mani del sangue degli afgani e dei soldati italiani. Gli argomenti addotti da Prodi, D’Alema, Parisi, ma anche dalla cosiddetta “sinistra radicale”, sono demenziali: la missione sarebbe garantita da una fantascientifica “conferenza di pace” con quei talebani che la NATO sta cercando di massacrare; o addirittura dall’acquisto di oppio (il mercato si aggira sui 500 miliardi di dollari: anche se venisse stornata un’intera Finanziaria “lacrime e sangue” stile Padoa-Schioppa non basterebbe per un decimo della produzione) per recidere il legame tra contadini e talebani.
Il governo, che ha vinto grazie ai voti del popolo contro la guerra, lo sta tradendo come a Vicenza: e gli unici parlamentari coerenti con gli impegni elettorali sono stati linciati o espulsi. Il governo Prodi va fermato, le truppe vanno ritirate.

La manifestazione nazionale del 17 marzo a Roma (P.della Repubblica ore 15) del movimento no-war per il ritiro immediato delle truppe dall’Afghanistan e dagli altri fronti di guerra, la chiusura delle basi e il rifiuto delle spese militari assume un’importanza cruciale.
Tutti/e a Roma il 17 marzo.

6.3.07

Confederazione COBAS

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