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La multinazionale DHL conferma il licenziamento del rappresentante sindacale della Filt Cgil di Napoli

Sara la magistratura del lavoro ad esaminare il licenziamento. Attivate le procedure dell'articolo 700 codice civile.

(13 Marzo 2007)

Una vera e propria rete di solidarietà e di sostegno militante in favore del lavoratore

I vertici della multinazionale dhl confermano il licenziamento per motivi disciplinari del rappresentante sindacale della Filt Gennaro Piccolo in quanto è “venuto a mancare il rapporto di fiducia” ed offrono la collocazione del lavoratore in un’azienda subappaltatrice. Una riunione fiume si è svolta ieri mattina alla filiale di Casoria del popolare corriere di trasporto internazionale. La montagna ha partorito il topolino. Dopo cinque ore di discussioni tra i responsabili dell’ufficio “gestione risorse umane” della dhl ed i dirigenti regionali della Filt Cgil è stata presentata una proposta considerata inaccettabile dal sindacato, dai lavoratori in lotta e dall’operaio licenziato. “I vertici della dhl sono contraddittori – dice Gennaro Piccolo – Se è venuto a mancare il rapporto di fiducia, perché mi offrono una collocazione in un’altra società? Per rompere il rapporto di solidarietà con i miei colleghi? Non accetto la proposta presentata dall’azienda in quanto ritengo anomalo ed ingiusto il provvedimento disciplinare”. I colleghi di Gennaro rifiutano categoricamente la proposta e non mollano. Promuovono altre inziaitive. Continueranno a mantenere aperto il sito web all’indirizzo www.lavoratoridhl.blogspot.com pubblicando inchieste e denunce sulle condizioni di lavoro in azienda. Un sito che in tre giorni ha avuto oltre settecento contatti. “Stiamo redigendo un dossier sulle forniture, le consulenze esterne, la sicurezza antinfortunistica, la tutela dell’integrità psicofisica dei lavoratori e delle lavoratrici – dice Roberto un dipendente della sede di Milano della dhl – una vera e propria inchiesta sulla condizione operaia in dhl”. Gennaro Piccolo, intanto, ha nominato un noto giuslavorista per difendere i suoi diritti. Presenterà un ricorso alla magistratura del lavoro utilizzando le procedure d’urgenza previste dall’articolo settecento del codice di procedura civile. Sulla vicenda saranno presentate interrogazioni parlamentari ai ministri del lavoro e dei trasporti da parte di esponenti del partito di rifondazione comunista e dei Verdi. Saranno attivati i vertici dei nuclei dei carabinieri dell’ispettorato del lavoro. Interpellato anche l’osservatorio regionale di psicopatologia del lavoro e mobbing dell’asl Napoli 1. “Vogliono liberarsi di me con un pretesto. Mi sono sempre comportato in modo diligente – ribadisce Gennaro Piccolo – Non ho mai ricevuto una contestazione disciplinare in tanti anni di lavoro. Anche mia moglie sta subendo pressioni e vessazioni. Ne risponderanno davanti alla magistratura”. Intanto giungono solidarietà da tutt’Italia. Alcune società e cooperative sociali hanno deciso di non avvalersi più della dhl per violazione dei codici etici. “In dhl le vessazioni sono all’ordine del giorno. Come lo sono i demansionamenti – ci dice Francesca una lavoratrice romana –E’ un modo per indurci a dimetterci. Vogliono assumere lavoratori precari con contratti a progetto o per il tramite le agenzie interinali”. I lavoratori e le lavoratrici hanno deciso di sospendere momentaneamente il blocco delle attività. Vogliono promuovere iniziative di lotta ancora più efficaci. “L’azienda ha cercato di alimentare una vera e propria guerra dei poveri utilizzando le condizioni salariali dei corrieri" – dice Natale Colombo segretario regionale della Filt Cgil

Nino Stella

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