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Sangue e arena

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(11 Giugno 2012) Enzo Apicella

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Damiano e Atesia contro lavoratrici e lavoratori

(14 Marzo 2007)

Oggi le lavoratrici ed i lavoratori di Atesia sono ancora una volta in sciopero e manifestano per chiedere la modifica dell’accordo fra CGIL-CISL-UIL ed azienda del 13/12/06 che, recependo le iniziative autorganizzate di lavoratrici e lavoratori applica il contratto a tempo indeterminato, ma, per aiutare padron Tripi, lo svuota di sostanza per le condizioni materiali di applicazione: part-time a 4 ore con turni sull’arco di 9-18 ore, con una retribuzione di 550euro al mese, con la rinuncia a tutti i diritti pregressi e senza contare della stabilizzazione di circa mille lavoratori ai quali non è stato rinnovato il contratto nel maggio scorso.

Per questa miseria la legge finanziaria ha persino stanziato dei finanziamenti a favore dell’azienda e dunque il Ministero del lavoro può intervenire sulla vicenda ed esigere che Atesia modifichi i termini dell’accordo.

In questi tre mesi, trascorsi dalla firma dell’accordo, abbiamo scioperato con adesioni sempre superiori all’80%; abbiamo espresso chiaro, con quasi il 60% di NO, la nostra contrarietà all’accordo in un referendum gestito dalla CGIL a fine dicembre; abbiamo raccolto oltre 650 firme che abbiamo inviato all’azienda ed al ministero per chiedere l’apertura di un tavolo di trattativa con le lavoratrici ed i lavoratori.

Con questa manifestazione chiediamo che il ministero si assuma le proprie responsabilità e si faccia promotore di una nuova trattativa fra i lavoratori e l’azienda.

Vogliamo inoltre chiedere come mai il Ministro del lavoro Cesare Damiano abbia deciso di rinunciare a ricorrere al Consiglio di Stato contro il provvedimento di sospensione del TAR degli effetti dei verbali ispettivi emessi il 22 agosto scorso contro Atesia. Con tale decisione il ministro del lavoro viene meno alla propria funzione di tutela del lavoro e delle attività ispettive dei propri organi pur di sostenere Alberto Tripi, proprietario di Atesia ed “imprenditore” amico e finanziatore dell’Unione.

Vogliamo ricordare che l’Ispettorato del Lavoro di Roma con i verbali, che concludevano la propria indagine ispettiva durata oltre un anno presso la società Atesia, rilevava l’assoluta illegalità della condizione contrattuale di lavoratori e lavoratrici. Tale condizione era esemplificata dall’utilizzo illegale di migliaia di contratti a progetto. Le disposizioni dell’Ispettorato del Lavoro di Roma hanno il merito di aver costretto non solo Atesia, ma tutte le aziende del settore dei call center, ad utilizzare solamente contratti di natura subordinata. Il lavoro dell’Ispettorato è nato su denuncia di un gruppo di lavoratrici e lavoratori del Collettivo Precariatesia (ricordiamo che quasi tutti i firmatari dell’esposto hanno visto il proprio contratto non rinnovato nel maggio del 2006) ed è stato sostenuto e seguito dalla lotta degli stessi, in corso ormai da due anni, e che ha conquistato il contratto a tempo indeterminato per tutte e tutti. Nessuno ha potuto smentire il merito dei risultati ispettivi ed anzi la stessa legge finanziaria recentemente approvata ha dovuto sancire la natura subordinata del lavoro nei call center, provvedendo però, al condono e finanziamento di 300 milioni per aiutare i “poveri” imprenditori illegali. Il provvedimento del TAR ha solo sospeso gli effetti applicativi dei verbali ispettivi senza nulla dire nel merito ed appare chiaro che ha l’unico scopo di permettere a sindacati, governo e confindustria di applicare gli accordi di povertà recentemente siglati.

Le lavoratrici ed i lavoratori continuano a lottare per migliorare le condizioni dell’accordo:

· per un salario adeguato al costo della vita, con un lavoro full time per tutte e tutti;
· per turnazioni fisse per chi sceglie il part time;
· per recuperare parte del pregresso in cambio della firma della liberatoria

Roma, 14/3/2007

Collettivo PrecariAtesia
precariatesia@yahoo.it

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