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(16 Marzo 2007)
Roba da non crederci. Roba che se non fossimo quadrati dovremmo diventare girotondini.
Dopo la sentenza Forleo, dopo la messa in stato d’accusa di CIA e SISMI, un’altra piccola chicca. La Procura di Roma ha chiamato in giudizio quel tale Gianluca Preite che nella primavera del 2004, accompagnato dall’avvocato Taormina Carlo, si presento’ al cospetto dei magistrati romani asserendo di avere le prove inconfutabili che i dirigenti del Campo Antimperialista Wilhelm Langthaler e Moreno Pasquinelli sarebbero stati I mandanti dei sequestri degli italiani in Iraq, non solo dei quattro mercenari, ma pure della Giuliana Sgrena.
Anzi, per essere precisi, I nostri dirigenti avrebbero istigato I partigiani iracheni ad uccidere sia la Sgrena che Calipari.
Dalla Ordinanza del rinvio a giudizio veniamo a sapere che il Preite per due anni di fila e’ riuscito ad introdursi illegalmente nei sistemi informatici di comunicazione usati dalle diverse sezioni del Campo medesimo.
Il Preite ha poi contraffatto i materiali intercettati allo scopo di rendere plausbili le sue accuse.
Dopo due anni di indagine i magistrati romani Ionta, Saviotti e Amelio sono giunti alla conclusione che Preite ha operato come un provocatore, allo scopo di depistare indagini, di incriminare gli antimperialisti e, infine, di accreditarsi ai servizi segreti come brillante agente provocatore per farsi appunto assumere in pianta organica.
Il 10 aprile prossimo si svolgera’ l’udienza preliminare. Andremo a dare battaglia. Non solo per difendere la nostra reputazione, ma anche per svelare chi eventualmente, nel mondo marcio degli apparati di sicurezza (solo italiani?) ha fatto da mandante del provocatore Preite Gianluca, affinche’ venisse creata, proprio nelle settimane in cui gli americani ammazzarono Calipari, una cortina fumogena di depistaggi
Notiziario del Campo Antimperialista ... 15 marzo 2007
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