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Sullo sciopero del 14 marzo in Atesia

(16 Marzo 2007)

Oggi, 14 marzo 2007, le lavoratrici ed i lavoratori di Atesia hanno scioperato. Sciopero con più del 70% di adesione indetto per protestare contro l’accordo firmato da azienda e sindacati confederali, con il patrocinio del Governo e del Ministero del Lavoro.

L’accordo prevede part-time obbligatori a 4 ore, stipendi da 550 euro, turni insostenibili e firma di una liberatoria con la quale si rinuncia ai diritti pregressi. Contro questo accordo i lavoratori avevano votato NO ad un referendum, hanno raccolto 658 firme ed hanno fato scioperi con il 90% di adesione.

Durante l’assemblea della mattina si è deciso di andare al Ministero del Lavoro per chiedere conto di due cose fondamentali:

- che intervenga affinché i contratti vengano modificati seguendo le indicazioni dell’Ispettorato del Lavoro
- perché il ministero decida di fare ricorso contro la decisione del TAR di sospendere il verbale dell’Ispettorato del Lavoro.

Perché il Ministero non sostiene il lavoro di un suo organo?

Perché rinuncia a chiedere le decine di milioni di euro che Atesia non ha mai versato all’INPS?

Perché la Finanziaria stanzia 300 milioni di euro all’anno per quelle aziende che tramite questi contratti rendono ancora più poveri i lavoratori?

Le lavoratrici ed i lavoratori si sono quindi recati al Ministero del Lavoro dove una delegazione è stata ricevuta dal sottosegretario Battafarano e dal segretario particolare Burgos.

Di fronte alle istanze presentate dalla delegazione le risposte sono state vaghe, insufficienti ed inverosimili. E’ stato sostenuto che l’Avvocatura dello Stato è un organo indipendente e che agisce in modo del tutto autonomo rispetto agli interessi del Ministero stesso. Quindi rispetto alla decisione di ricorrere contro la disposizione del TAR il Ministero se ne lava le mani!

Con tale decisione il Ministro del Lavoro viene meno alla propria funzione di tutela dei lavoratori e delle attività ispettive dei propri organi pur di sostenere Alberto Tripi, proprietario di Atesia e imprenditore amico e finanziatore dell’Unione.

In merito ai contratti non è stato preso nessun impegno se non la vuota promessa di vigilare sulla situazione dei call center dichiarando che se il contratto non ci piace possiamo liberamente scegliere di non accettarlo, dicendo, parole testuali, che “firmare la liberatoria non è obbligatorio”. Ripropongono il ricatto: la liberatoria, 550 euro e la rinuncia ai nostri diritti, oppure la rinuncia al lavoro.

Mentre la delegazione riportava ai colleghi le sconcertanti dichiarazioni del Ministero, i lavoratori si sono trovati di fronte l’on. Franco Giordano, segretario del PRC. Alle domande postegli, il segretario di Rifondazione ha sostenuto che il suo partito ha fatto molto per la vertenza Atesia. A questo punto è stato duramente contestato dai lavoratori che gli hanno ricordato come questo pessimo accordo sia frutto della legge Finanziaria approvata anche dal suo partito.

Di fronte a queste ennesime dichiarazioni deliranti, demagogiche e prive di contenuto i lavoratori si sono trovati costretti a bloccare via Veneto per poter richiedere di parlare direttamente con il Ministro. Il repentino intervento delle forze dell’ordine di fronte ai lavoratori ed alle lavoratrici inermi, per lo più donne, ha chiarito la reale intenzione del Ministero: nessuna risposta seria e concreta.

La nostra vertenza continua.

Ancora una volta i lavoratori sono lasciati a loro stessi nel portare avanti la difesa dei propri diritti.

E’ nostra l’iniziativa di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR e lo sarà qualunque altra iniziativa necessaria a rendere accettabili le condizioni del lavoratori.

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