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L'Italia tripudia la guerra

L'Italia tripudia la guerra

(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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    Il tallone d’Achille

    I talebani sparano e gli italiani fanno le sparate

    (23 Marzo 2007)

    Achille (quello che perì a Troia colpito nel suo tallone) e’ il nome infausto che la NATO ha voluto dare alla sua offensiva contro la guerriglia afgana. Gli americani si giocano molto, la NATO quasi tutto. Se entro poche settimane, malgrado l’impressionante volume di fuoco utilizzato, gli invasori non riuscissero a riconquistare le provincie in mano all’indomita Resistenza del popolo pashtun, questa dilaghera’ nei prossimi mesi nel resto del paese, dando una spinta alla rivolta popolare cper spazzare via il fantoccio Karzai e la sua cricchetta di signori della guerra del Nord. Questo gli yankees l’hanno messo nel conto. Per questo, visto che anche in Iraq non sanno come domare la lotta di liberazione, potrebbero puntare all’escalation contro l’Iran per dare l’assalto allla Repubblica Islamica. E’ come se un giocatore di poker, per non rimborsare I suoi avversari, rovesciasse il tavolo di gioco. Fonti attendibili danno l’attacco aereo-missilistico contro Tehran per imminente. Nel frattempo l’Italica repubblica e’ tutta presa dalla buffa e torbida telenovela di Mastrogiacomo, astutamente utilizzata per incensare un servizio segreto quale il SISMI che infatti di sequestri se ne intende. Proprio mentre un giornalista portava a casa la pelle un soldato ce la stava per lasciare. Si tratta di un incursore del Col Moschin, per essere precisi del famigerato “Nono”, reparto d’élite della Folgore (la fascistissima). E’ stato colpito, durante un’imboscata, al braccio sinistro da una pallottola di AK-47. Vicino a Farah, 250 chilometri a sud di Herat, dove gli italiani sono acquartierati. Il terzo attacco in tre settimane. Ma cosa ci faceva questa pattuglia a tanta distanza dalla base e così vicina alla provincia di Elmand dove e’ appunto in atto l’offensiva NATO? “Una normale attivita’ di ricognizione e controllo”, sostengono i comandi italiani. Si tratta delle solite sparate dei comandi militari, i quali debbono mentire perche’ i politici di Roma gli impongono di farlo. I cittadini italiani non debbono sapere che, pur in posizione subordinata, gli italiani, nel contesto dell’Offensiva Achille, svolgono un insostituibile ruolo di supporto operativo e logistico all’attacco in corso nella provincia di Helmand. In verita’ gia’ da prima dell’attuale offensiva NATO l’Italia ha svolto cosiddette “missioni ombra” con assaltatori dei corpi speciali dello specialissimo Comsubin. Comsubin, Para’, Maro’: il fior fiore della soldataglia tricolore sta combattendo in Afganistan, ma questo non s’ha da dire. Non e’ politicamente corretto. Si deve invece fra credere che questi guerrieri lautamente prezzolati stanno costruendo scuole e asili, distribuendo cibo e vettovaglie ai poveri afgani affamati. E perche’ queste demenziali cazzate? Per due ragioni speculari: la prima e’ che non si deve far capire che questi armigeri stanno combattendo una guerra per conto terzi, al servizio della strategia guerrafondaia americana; la seconda e’ che non si possono sputtanare i ciarlatani della sinistra radicale, Bertinotti in testa, i quali vanno aiutati a turlupinare i propri tifosi, facendo appunto credere a questi ultimi che grazie ai ciarlatani appunto ci sarebbe stata una “riduzione del danno”. Ma le sparate non finiscono qui. Ci si mettono gli stessi D’Alema, Prodi, Fassino. Per stampellare la solita sinistra radicale e aiutarla a convincere i malpancisti a votare per il rifinanziamento delle missioni belliche, essi promettono una “grande conferenza di pace sull’Afganistan”, si dice cogli stessi talebani. Questa non e’ una sparata come le altre, questa e’ una sparata oceanica. Si scatena l’inferno contro la resistenza afgana nel tentativo di annientarla, si ammazzano a tutto spiano civili inermi (effetti collaterali) e poi si propone ai talebani e agli altri gruppi combattenti di sedersi al tavolo negoziale. Suvvia! D’Alema sa bene che affinche’ le parti si siedano allo stesso tavolo egli dovrebbe non solo convincere Bush a trattare coi “terroristi” ma a sospendere l’offensiva Achille. D’alema e’ in questi giorni negli USA e certo non chiedera’ alla sua “Condy” ne’ il cessate il fuoco, ne’ di riconoscere i talebani come interlocutori. Perche’ non lo fara’? Perche’ sa che gli risponderebbe con una rumorosa pernacchia.

    Dal notiziario del Campo Antimperialista ... 22 marzo 2007 ... http://www.antiimperialista.org

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