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(11 Marzo 2007)
(a.r.) “Giù le mani dal Tfr”. Questo lo slogan utilizzato dal Comitato provinciale contro lo scippo del Tfr (promosso dai sindacati extra-confederali ed auto organizzati SDL (ex Sincobas) CUB, A.L. Cobas-CUB, Slai Cobas), per esprimere il proprio dissenso rispetto alla riforma relativa al trattamento di fine rapporto che, prevista dall’ex ministro Maroni e confermata dal governo Prodi, prevede che entro il 30 giugno prossimo i lavoratori debbano scegliere dove collocare il proprio Tfr. Ieri i rappresentanti del comitato, guidati da Fulvio Di Giorgio, hanno organizzato una conferenza stampa di fronte alla sede della Cgil, in via Mantova, per testimoniare anche il proprio dissenso verso i sindacati confederali che quella riforma non hanno ostacolato. Il comitato contro lo scippo del Tfr organizzerà una conferenza stampa analoga a quella che si è svolta ieri a Cremona anche a Crema, lunedì prossimo, 12 marzo. Mentre sempre sul tfr, verranno organizzate due assemblee pubbliche: la prima venerdì 23 marzo, alle ore 21, presso la sala Cisvol in via San Bernardo 1 e la seconda a Crema, sabato 24 marzo, alle ore 15,30, presso la sede della Provincia di via Matteotti 39. Mentre il 30 marzo è previsto uno sciopero generale “contro lo scempio della pubblica amministrazione”. Ieri pomeriggio, dunque, il Comitato provinciale contro lo scippo del Tfr si è riunito per denunciare «la vergognosa aggressione al salario differito, messa in atto dal governo Prodi-Bertinotti e da Cgil, Cisl e Uil. Il rendimento del Tfr è sicuro – dichiarano i sindacati di base – quello del fondo pensione è a rischio e non prevedibile. Il Tfr in azienda è rivalutato annualmente nella misura fissa del 1,5% più il 75% per ogni punto di aumento dei prezzi. Nei fondi pensione, invece, il Tfr è un investimento a rischio. Il Tfr versato ai fondi pensione è per sempre e non può essere revocato». Secondo Fulvio Di Giorgio « è vergognoso che a livello dei media siano stati spesi 17 miliardi di lire per pubblicizzare i fondi pensione e, contestualmente, vi sia stato un silenzio totale rispetto alle posizioni dei tanti che sono contrari alla destinazione dei loro Tfr ai fondi pensione. Miliardi e miliardi di vecchie lire spesi per pubblicizzare una scelta che riteniamo deleteria e che provocherà anche l’affossamento delle pensioni pubbliche. Allo stesso tempo, chi vorrebbe dire no a tutto questo viene isolato, perché non gli si dà alcuna possibilità di esprimere il proprio parere. Registriamo e denunciamo una sistematica campagna informativa tesa a disinformare sui rischi del trasferimento ai fondi pensione del Tfr. Per non parlare – continua Di Giorgio – del gigantesco conflitto di interesse di chi induce i lavoratori a scegliere i fondi pensione, salvo omettere che, a vario titolo, ha o ha avuto a che fare con i fondi pensione stessi. E che dire del fatto che il deficit dell’Inps, a dispetto di quello che viene detto, è assolutamente inesistente? L’Inps, nel 2004 era in attivo per 5,26 miliardi di euro. Nel 2006 l’attivo era stato di 2,3 miliardi di euro e lo stesso attivo si era avuto nel 2005. La difesa del Tfr – conclude Di Giorgio – serve a difendere una parte del nostro salario ».
Quotidiano “La Cronaca” di Cremona” sabato 11 marzo 2007
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