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Contributo alla discussione sul rinnovo contratto pubblico impiego

e sul "memorandum" del pubblico impiego

(13 Aprile 2007)

Il giorno 6 aprile 2007, con circa un anno e mezzo di ritardo, si è conclusa con una pre-intesa generale (e non con la stipula dei singoli contratti di comparto) la prima fase del percorso relativo ai rinnovi contrattuali del pubblico impiego per il periodo 2006-2009 (rinnovo quadriennale per la parte normativa e rinnovo biennale per la parte economica 2006-2007).
E’ stato inoltre definitivamente sottoscritto da CGIL-CISL-UIL-Sindacati Autonomi il ‘Memorandum’ del pubblico impiego che condizionerà in modo gravemente peggiorativo tutti i rinnovi contrattuali dei singoli comparti.
Il rinnovo del contratto del pubblico impiego (parte economica 2006-2007) é inadeguato ed insufficiente.
Gli aumenti decorreranno dal 1° gennaio 2007 (101 euro lordi) e saranno mediamente di 65-70 euro mensili netti a seconda della categoria di appartenenza.
Per il 2006 anziché prevedere un aumento salariale viene riscoperta ed applicata l’indennità di vacanza contrattuale. Tale indennità era stata introdotta nel 1993 ( e mai integralmente applicata) per supplire ai ritardi dei rinnovi contrattuali e non per escludere gli adeguamenti salariali contrattuali. L’applicazione di questo istituto produrrà un aumento medio sul tabellare di circa lo 0,76%! (circa il 2% in meno dell’inflazione reale).
L’ulteriore beffa consiste nel fatto che questi aumenti saranno finanziati con la manovra economica del 2008 (legge finanziaria), poiché i fondi stanziati dalla legge finanziaria per il 2007 sono risultati insufficienti. Di conseguenza, nelle migliori delle ipotesi, questi ridicoli adeguamenti contrattuali saranno in busta paga non prima della fine di questo anno, molto più probabilmente all’inizio del 2008 con ben due anni di ritardo dalla loro formale scadenza.
Il cosiddetto “tesoretto” non sarà utilizzato per i lavoratori del pubblico impiego, perché sarà destinato ad altri capitoli del bilancio statale.

Il 6 aprile 2007 è stato anche definitivamente firmato il ‘Memorandum’.
E’ di fatto una CONTRORIFORMA sostenuta e sottoscritta da CGIL-CISL-UIL-Sindacati Autonomi e costituisce lo strumento attraverso cui devastare e privatizzare la pubblica amministrazione e colpire i lavoratori sia sul piano salariale che sul piano delle libertà sindacali e personali.
Vediamo di sintetizzare gli elementi principali e più gravi contenuti in questo testo:
a) Viene destrutturato l’impianto contrattuale, prevedendo un radicale ridimensionamento del peso e dell’autonomia della contrattazione integrativa ( art. 6, ultimo comma), la quale “dovrà essere svolta sulle materie e sulle modalità definite dai contratti nazionali…”. Inoltre “le risorse finanziarie saranno individuate dai contratti collettivi…” vale a dire che i singoli enti saranno vincolati da scelte che prescinderanno dalla loro reale “capacità economica”.
b) Vengono dati ancora più poteri alla dirigenza, la quale di fatto diverrà il soggetto che realizzerà la controriforma della pubblica amministrazione, basata su criteri aziendalisti e privatistici e tutta rivolta a realizzare “ …l’obiettivo di accrescere la produttività del sistema paese…” (art. 2) e a subordinare la condizione salariale e normativa del personale alla misurazione dei risultati con criteri prevalentemente arbitrari e soggettivi. In sostanza ci si ispira ad una concezione di produttività di fabbrica analoga al vecchio cottimo.
c) Formazione e percorsi professionali (art. 7, c. 6 e 7). Con il ‘Memorandum’ la formazione diviene ufficialmente strumento di “indottrinamento” per tutto il personale e sarà funzionale al progetto di destrutturazione e privatizzazione della pubblica amministrazione. Non sarà più utile alla progressione di carriera (art. 7, c. 7) perché questa dipenderà sempre più dal “rapporto fiduciario e subordinato” e al “placet” della dirigenza superiore.
L’art. 7 bis del ‘Memorandum’ recita: “Il percorso professionale dovrà dipendere in modo più significativo dai risultati conseguiti ed opportunamente valutati…”, ovviamente dal dirigente e senza alcun controllo.
d) Esodi (art. 7bis, c. 9): con un preziosismo linguistico vengono così definiti i futuri licenziamenti. Quando “…verrà accertato esubero di personale non ricollocabile con processi di mobilità…” sono previste forme incentivate di uscita non meglio specificate; in alternativa saranno previste vere e proprie forme di trasferimento forzato in altre amministrazioni o regioni del paese.
e) La contrattazione integrativa non sarà più dinamica, ma sostanzialmente applicativa dei contratti nazionali, i quali, a loro volta, sono generalmente la fotocopia delle politiche economiche restrittive dei governi, che rappresentano sempre gli interessi dei poteri economici forti (confindustria e banche) i quali, a loro volta, sono anche i veri ispiratori delle politiche salariali e normative nella pubblica amministrazione.
In sintesi, in passato si cercava di recuperare l’insufficienza salariale attraverso la contrattazione decentrata ed integrativa; con l’applicazione del ‘Memorandum’ tutto ciò sarà vanificato.
In sostanza il ‘Memorandum’ si occupa e preoccupa genericamente di tutto all’infuori della grave e drammatica situazione salariale e normativa del personale; questi viene ignorato come ‘soggetto protagonista’ e implicitamente colpevolizzato in quanto unico responsabile dell’inadeguatezza della pubblica amministrazione. Si ignorano scientemente e colpevolmente le responsabilità dei partiti, dei politici e dei sindacati confederali nell’aver creato una situazione di sfascio nella pubblica amministrazione e tra i lavoratori del pubblico impiego.

Giorgio Riboldi
coordinatore A.L. Cobas-CUB Regione Lombardia
web: http://alcobasregione.blogspot.com

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