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Osteria del Vaticano

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(17 Febbraio 2012) Enzo Apicella
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    comunicato del cpo Experia (Catania)

    (16 Novembre 2002)

    Avanza la crisi dei padroni, avanzano la conflittualità sociale e la radicalità delle lotte. Avanza la necessità per i padroni della controrivoluzione preventiva. Avanza per i proletari la necessità di saldare le lotte nell’unica prospettiva vincente possibile che è quella rivoluzionaria.

    Ieri, 15 novembre, 42 militanti impegnati nelle lotte del meridione, sono stati colpiti da un inchiesta partita dalla Procura di Cosenza: 20 arrestati di cui la maggior parte nelle carceri speciali (inventate per reprimere il movimento rivoluzionario degli anni 70) e gli altri agli arresti domiciliari.

    Pur non condividendo in pieno il percorso politico di questi compagni, la nostra solidarietà nei loro confronti è massima e incondizionata.

    L’articolo 270 (riesumato dal codice fascista Rocco che lo utilizzava contro i comunisti e gli oppositori al regime) è da almeno 7 anni l’arma preferita della magistratura serva dei padroni e dei governi contro chi alza la testa per lottare. Per la cronaca l’articolo 270 bis è stato ultimamente modificato in peggio (le inchieste possono procedere per due anni senza nessuna comunicazione agli indagati) da un governo di centro sinistra con l’astensione di Rifondazione Comunista.

    In primo luogo in questi anni sono stati colpiti i comunisti, gli anarchici e gli antimperialisti che si organizzavano al di fuori delle istituzioni della borghesia. Ricordiamo le inchieste romane sui compagni di Iniziativa Comunista, quelle di Foggia, Padova (tra cui un militante del PRC), Bologna; e sicuramente ci sfugge qualche altra inchiesta perché la lista degli indagati per associazione in Italia è ormai diventata lunghissima. Ricordiamo inoltre che qui a Catania due anni fa un compagno è stato arrestato proprio per reati associativi e tenuto dentro per otto mesi. [Ci chiediamo: dove erano gli animi sconcertati, le mobilitazioni, i presidi, le assemblee, le solidarietà in tutte queste occasioni che, come nel caso degli arresti di ieri, mettono in discussione l’agibilità stessa di chiunque si opponga alle politiche padronali? Pensiamo, senza polemica, che il giochino dei buoni e i cattivi abbia già portato a risultati abbastanza disastrosi a Genova e nel dopo Genova, e che non sia proprio il caso di riproporlo sul fronte della solidarietà a chi viene attaccato dalla repressione.] Alla repressione a mezzo inchieste va aggiunta naturalmente la repressione nelle piazze (Napoli, Genova le più eclatanti) delle lotte sociali e dei movimenti.

    Tutto ciò avviene sia che al governo ci sia il centro sinistra sia che ci sia il centro destra. Questo dimostra che sono le stesse istituzioni dello stato a essere fondate su una gestione del potere violenta e fascista. Non c’è via parlamentare che tenga: lo stato non è lo stato di tutti, è lo stato della borghesia; e la borghesia, specie nelle fasi di crisi come quella attuale, non esita nel ricorrere alla repressione, alla guerra, al fascismo, alle violenze, alle inchieste.

    E’ evidente che il governo Berlusconi, aiutato da una legislazione repressiva creata ad hoc in tutti i paesi imperialisti che si sta uniformando in nome della lotta al terrorismo, svolge “al meglio” questo compito. La repressione (controrivoluzione preventiva) è e sarà in questa fase il principale strumento di attacco alle lotte. La controrivoluzione deve assicurare ai padroni la gestione della crisi senza conflitto sociale e dunque attacca le lotte sociali; e contemporaneamente attacca chi si da la prospettiva in quelle lotte di far crescere la coscienza di classe e la messa in discussione degli interessi padronali. Se non fossero stati arrestai, i compagni della rete sud ribelle sarebbero stati l’indomani al fianco degli operai FIAT a bloccare lo stretto.

    L’arresto di questi compagni dimostra inoltre, una volta di più, il fallimento dell’uso concertativo delle mobilitazioni di piazza che ieri a Genova hanno portato ad un massacro e oggi, in maniera più subdola, a questi attacchi giudiziari. L’unico vero volto dello stato è quello repressivo e a difesa degli interessi di pochi. Se qualcuno pensa ancora, agendo di conseguenza, che dallo stato (cioè dai padroni) si possa ottenere col dialogo spazi e conquiste vere per le lotte, o è un povero ingenuo o si assume delle gravi responsabilità. Del resto abbiamo visto tutti come è andata a finire l’inchiesta sui pestaggi, le torture e le violenze commesse a Napoli: con scarcerazioni e promozioni! Nessuna fiducia e nessuna illusione dunque! La borghesia non condannerà mai se stessa, nelle inchieste come nei rapporti sociali.

    L’unica fiducia e l’unica prospettiva è che il proletariato si doti di strumenti autonomi per saldare in una sola istanza l’espressione dei propri interessi che sono gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione.

    L’unica istanza che raccoglie e unisce gli interessi di tutti i proletari è l’istanza di cambiamento sociale.

    L’unica ipotesi di cambiamento sociale è l’ipotesi rivoluzionaria.


    Solidarietà a tutti i compagni attaccati dalla repressione!
    Solidarietà ai compagni del sud ribelle!
    Solidarietà ai compagni del cs Guernica che hanno subito un’irruzione di carabinieri per aver ricordato l’assassinio di Carlo Giuliani!
    Solidarietà a tutti i rivoluzionari prigionieri nelle carceri imperialiste!
    La resistenza vive nelle lotte!
    Carlo vive nelle lotte!
    Comunisti sempre!

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