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(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
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Ospedale di Serra San Bruno: chiusura di Ostetricia, Ginecologia e Pediatria

(22 Aprile 2007)

Il 16 aprile 2007, con atto a firma congiunta (nota prot. n. 1/07), i direttori dei dipartimenti Materno-Infantile e Chirurgia dell’Azienda Sanitaria n. 8 di Vibo Valentia, rispettivamente il dott. Leonardo De Luca e il dott. Francesco Miceli, hanno decretato la chiusura in un colpo solo delle Unità Operative di Ostetricia – Ginecologia e Pediatria dell’Ospedale di Serra San Bruno. E’ l’ennesimo tentativo, se il buongiorno si vede dal mattino, di creare le condizioni per la chiusura totale del ospedale serrese in quanto tale.

Premettiamo che già le attività chirurgiche e ostetrico–ginecologiche erano rimaste ferme per circa 2 mesi a partire dal gennaio 2007 in quanto, nonostante si sapesse che dal 15 gennaio 2007 l’attività presso le sale operatorie poste al primo piano dell’ ospedale serrese sarebbe stata interrotta per ristrutturazione e messa a norma, i lavori per la sistemazione della sale operatorie provvisorie non venivano avviati con l’anticipo necessario, come sarebbe stato necessario per evitare un’interruzione di pubblico servizio.

Questi fatti erano comunque superati con la disposizione del 27 febbraio 2007 che, appunto in attesa della ristrutturazione definitiva delle sale operatorie, avviava le attività in urgenza – emergenza di Ostetricia – Ginecologia nonché quelle di Chirurgia Generale (dopo gli opportuni lavori e collaudi) presso la sala operatoria e la sala parto provvisorie situate al 2° piano dell’ospedale, garantendo cosi un minimo di assistenza sanitaria anche alla popolazione delle Serre Calabre.

Lo stesso management, in una conferenza stampa garantiva che a breve vi sarebbe stato il perfetto funzionamento dell’intera struttura nel suo complesso.

La nota prot. n. 1/07 è quindi nettamente in contrasto con quanto disposto e garantito dal management aziendale, anche se i due sceriffi vibonesi cercano di far apparire il provvedimento di sospensione delle attività come un fatto temporaneo in attesa della ristrutturazione delle sale operatorie, dell’adeguamento del personale medico e dell’imminente inizio dei lavori della sala parto; inoltre la decisione viene giustificata con il basso indice di natalità rilevato in questi ultimi mesi. Di fatto, invece, decretano la fine della Ostetricia – Ginecologia e Pediatria e preparano il terreno per la chiusura della Chirurgia.

Perché sono state spese diverse migliaia di euro per la sistemazione delle sale operatorie e parto provvisorie se poi i servizi vengono chiusi? Con quale coraggio ancora si parla di futuro adeguamento del personale medico se quello assunto per Serra viene dirottato a Vibo, se si trasferisce altro personale senza sostituirlo e se ad altri viene interrotto il rapporto di lavoro sia pure a tempo determinato? Ed inoltre, quale indice di produttività possono avere le unità operative in un ospedale se le loro attività vengono interrotte continuamente?

Chiediamo che il direttore generale dimostri la sua estraneità al provvedimento, revocandolo e revocando gli incarichi dei direttori di dipartimento De Luca e Miceli che, invece di risolvere i problemi, li stroncano alla radice, comportandosi come i pistoleri del Far West che sopprimevano il cavallo azzoppato invece di curarlo.

Che l’intenzione della dirigenza dell’A.S. n. 8 e della politica vibonese sia quella di sopprimere l’ospedale di Serra San Bruno è un fatto ormai arcinoto, come è noto che per riuscirci stanno utilizzando tutti i mezzi possibili; se ancora il criminale disegno non è riuscito lo si deve a chi finora si è opposto con fermezza, sin dalla grande manifestazione del dicembre 1996. La situazione è oggi più difficile, considerato che la giunta regionale ha eliminato le tutele per gli ospedali montani.

Noi continueremo comunque la nostra battaglia, non accetteremo passivamente che si spadroneggi e si umili pubblicamente la dignità della popolazione delle Serre Calabre. Ai politici del territorio, in particolare a quelli di centrosinistra che governano dappertutto e che si ergono a paladini dei diritti dei più deboli - e invece dimostrano con i fatti che gli interessi che difendono sono altri - diciamo che siamo stufi della loro demagogia, delle loro vuote promesse, dei loro periodici giri turistici nell’ospedale a scopo propagandistico. Chiediamo invece a tutti coloro che sono seriamente interessati alla difesa dei servizi pubblici in generale e dell’ospedale in particolare, di unirsi a noi nella lotta per la salvaguardia dei diritti del popolo delle Serre Calabre: l’unica lotta che si perde è quella che non si fa.

Serra San Bruno, 16/04/2007

Coordinamento Serre Calabre
SLAI – Cobas
slaicobas.serra@libero.it

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