">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Addio compagne

Addio compagne

(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
Il logo della campagna di tesseramento del prc 2010 è una scarpa col tacco a spillo

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

Lesa Maestà

l'editoriale del nuovo numero di Contropiano in uscita per il 1° Maggio

(24 Aprile 2007)

Dobbiamo ammettere che sono stati bravi gli studenti universitari che a marzo hanno dato vita ad una contestazione del Presidente della Camera Fausto Bertinotti. Possiamo dire che “hanno fatto la cosa giusta nel momento giusto”, semplificando con una azione concreta i rapporti tra i movimenti e l’uomo politico che più di tutti li aveva candidati a rappresentare il nuovo intellettuale collettivo in sostituzione dei partiti novecenteschi (1).

Ma più che l’atto in se – che è stato condotto con le forme pacifiche e creative caratteristiche dei movimenti di nuova generazione – sono interessanti da valutare e discutere le reazioni (2).

La prima, quella a caldo, è avvenuta direttamente sulla scalinata della facoltà di Lettere, quando Bertinotti ha preteso dagli studenti che gli chiedessero scusa. In quella pretesa c’era non solo il brusco risveglio per un leader politico che era stato riferimento e apologeta per quegli stessi studenti fino a poco tempo prima. In quella battuta c’era la piccolezza dell’essere umano, una sorta di “lesa maestà” che talvolta – e purtroppo – spiega tante giravolte tattiche spesso incomprensibili con le categorie della razionalità politica e che molto hanno a che fare con il personaggio.

La seconda è che questo elemento “soggettivo” sembra pesare anche sul posizionamento che prepara la costruzione della Rifondazione Socialista su cui il PRC intende imbarcare la sinistra DS in libera uscita dal costituendo Partito Democratico. E’ netta l’impressione che molte cautele in questo processo dipendano più dalla decisione su chi sarà il primus inter pares tra i dirigenti della nuova aggregazione (Bertinotti, Mussi, Salvi, Giordano) piuttosto che sulla linea politica. Questa infatti sarà una sorta di Bad Godesberg per il PRC che si sta collocando ormai apertamente su una prospettiva socialdemocratica di “sinistra” alla quale, in maniera piuttosto differenziata, si richiamano anche la sinistra DS guidata da Mussi e Salvi

La terza attiene agli effetti combinati dei due fattori indicati sopra nel rapporto con le soggettività politiche della sinistra, i movimenti sociali, antimilitaristi, sindacali che non intendono “morire socialdemocratici”.

Commentando la contestazione all’università, Bertinotti ha definito gli studenti come portatori di un messaggio caratterizzato “dall’antipolitica”. Un concetto analogo lo aveva espresso mesi prima, accodandosi ai cori di condanna per una manifestazione in solidarietà con la Palestina i cui organizzatori – a suo dire – si ponevano “fuori dalla comunità politica”.

In sostanza – sostiene Bertinotti – i soggetti, le realtà politiche e sociali che oggi si oppongono alle misure del governo Prodi o che non ne condividono le sorti arruolandosi nei suoi interstizi (dalle ONG disponibili ad affiancare i contingenti militari alla maggior parte dei centri sociali oggi allineati alla Sinistra Europea), sono soggetti estranei, anzi ostili, alla dimensione moderna della politica. Questa convinzione è resa più forte dal fatto che oggi tutti i partiti della sinistra sono nel governo e che tra gli eventuali contraenti della Rifondazione Socialista (PRC, Sinistra DS, eventualmente PdCI, pezzi dei Verdi etc) non ve n’è nessuno che sia fuori dal governo e che in qualche modo possa far pesare una posizione di autonomia dal quadro politico rispetto agli altri.

Diventa evidente come questa visione della “politica” escluda tutto ciò che non condivide tale visione. Da qui il rapporto di sofferenza con le istanze politico-sociali che sono venute maturando autonomamente in vari ambiti del paese (dalla Val di Susa a Vicenza, da pezzi del sindacato a settori del movimento pacifista e No War) che gli studenti universitari di Roma hanno portato allo scoperto con grande semplicità ed efficacia.

Ma lo stress tattico e strategico a cui è sottoposto il PRC sta producendo effetti laceranti anche dentro il partito: l’espulsione di Turigliatto e l’iniziativa di protesta della corrente Sinistra Critica; la spaccatura dell’area di Essere Comunisti con la marginalizzazione di diversi esponenti storici e parlamentari di questa area, una sofferenza sui residui di militanza attiva dei circoli (oggi ridotta al minimo dei minimi e sovradeterminata in ogni aspetto dalla quantità e qualità di funzionari). Questa sofferenza potrebbe rientrare – almeno parzialmente – se il Cantiere della Rifondazione Socialista riuscirà a presentarsi come la nuova tappa del “meno peggio” in una situazione politica ipotecata da riforme elettorali escludenti oppure se il nucleo duro del governo (il Partito Democratico) sperimenterà nuove geografie politiche includendo le forze centriste nel governo ed emarginando la sinistra dall’esecutivo.

Da questo scenario si desume fin troppo facilmente come ogni possibile ipotesi di rappresentanza politica di classe o di nuovi soggetti politici per la sinistra anticapitalista e antimilitarista (3) o si fonderanno su un forte rapporto con i settori sociali e i movimenti reali e su una consolidata indipendenza politica da tale scenario, oppure rischiano di restare imprigionati nuovamente dentro un politicismo che - come si evince dai dati contenuti nell’articolo di fondo di questo numero di Contropiano – ha una sua base di massa e si regge su condizioni materiali di esistenza difficili da rimuovere senza contenuti forti e indipendenza politica e organizzativa.

(1) Tesi che Bertinotti ha sostenuto esplicitamente in una conferenza al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre del 2002

(2) Quelle che hanno cercato di paragonare la contestazione a Bertinotti con quella di Lama, sono del tutto risibili. Il movimento del ’77 ha avuto ben altre dimensioni e capacità di rottura politica.

(3) In questi mesi, tale esigenza è emersa con forza in moltissimi dibattiti tenutisi in tutta Italia e nei recenti meeting nazionali di Marghera e di Roma che hanno visto la partecipazione di molti soggetti politici e sociali impegnati nei movimenti sociali, sindacali e antimilitaristi

Contropiano

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Dove va Rifondazione Comunista?»

Ultime notizie dell'autore «Contropiano / Rete dei comunisti»

4624