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(11 Maggio 2007)
Di fronte al degrado della scuola pubblica, alle condizioni sempre più precarie di lavoro e di vita dei docenti e degli Ata, del malcontento studentesco e delle famiglie, il governo di centrosinistra, insediatosi anche e sopratutto grazie ai voti dei protagonisti della scuola che avevano creduto alle promesse di rilancio dell'istruzione pubblica, è precipitato in un silenzio assordante.
E lo stesso vale per Cgil-Cisl-Uil, che, dopo dichiarazioni di guerra e minacce di sciopero (prima per il 16 aprile poi a maggio), non danno segni di vita, nonostante sia chiaro che il governo non intende tirar fuori alcuna somma decente per il contratto-scuola, scaduto da 17 mesi, nè per arrestare il calo continuo di finanziamenti alle scuole pubbliche, a partire dalla disastrosa Finanziaria.
La mancanza di fondi minaccia il Tempo pieno, fa sì che i supplenti non vengano chiamati e decine di migliaia di classi ogni giorno restino senza insegnanti e che molte scuole non abbiano più i soldi neanche per le spese più indispensabili.
Per bloccare questo immiserimento della scuola pubblica l'11 maggio i Cobas convocano lo sciopero generale della scuola con manifestazione nazionale a Roma (Min. Pubblica Istruzione, V.le Trastevere, ore 10).
Chiediamo massicci investimenti nella scuola pubblica, un contratto vero che preveda un aumento uguale per tutti di 300 euro, l'assunzione dei precari sui posti vacanti e la parità normativa ed economica con gli "stabili", l'abrogazione della "riforma" Moratti, la conservazione del posto per i "fuori ruolo" per motivi di salute, il giusto inquadramento degli Ata ex-Enti locali; ci opponiamo ai tagli delle pensioni, allo scippo del TFR/TFS, al massacro degli organici e del Tempo pieno; vogliamo la restituzione ai Cobas e a tutti i lavoratori del diritto di assemblea, per il quale da ventidue giorni esponenti Cobas sono in sciopero della fame a Roma davanti alla sede nazionale dell'Unione.
Piero Bernocchi
portavoce nazionale dei Cobas - Comitati di base della scuola
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