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    Costruiamo i comitati per il “SI” al Referendum

    Per l’estensione dei diritti, per una vera piattaforma del mondo del lavoro

    (20 Novembre 2002)

    L’iniziativa referendaria per l’estensione della giusta causa in caso di licenziamento a tutte le tipologie di lavoro ed a tutte le dimensioni aziendali rappresenta oggi lo strumento più efficace, in mano ai lavoratori, per contrastare l’offensiva padronale e Governativa sui diritti.

    E’ uno strumento efficace perché pone la questione dell’estensione dei diritti come “linea e piattaforma sindacale e sociale” in alternativa alla piattaforma dei Padroni, su cui è possibile collegare oltre al mondo del lavoro tutto il più vasto movimento che da Genova a Firenze è oggi mobilitato per contrastare una linea liberista che punta a smantellare ogni diritto, ogni tutela, per affermare la subordinazione della società agli obiettivi del mercato.

    Il mondo del lavoro è elemento centrale di questa battaglia che si può vincere sostenendo il “SI” al referendum e collegando alla campagna referendaria una vera vertenza generale, dando così uno sbocco strategico alle grandi mobilitazioni di questi mesi.

    Si tratta cioè di riprendere i contenuti e le proposte dell’assemblea nazionale delle delegate e dei delegati Rsu tenutasi a Milano lo scorso gennaio, e più in particolare:

    1. Contratti: L’obiettivo rimane la difesa dei livelli contrattuali e uno sbocco efficace alla deriva concertativa rilanciando con forza la questione salariale e la riduzione della flessibilità estendendo questa battaglia a tutte le categorie.

    2. Mercato del lavoro: Le nuove norme oggi in discussione in Parlamento, frutto del “patto per l’Italia” firmato da Cisl e Uil, vanno respinte con la lotta su una piattaforma nazionale confederale, per la tutela del lavoro e della prestazione, per contrastare il ricorso al lavoro precario.

    3. Democrazia sindacale: Va ripresa la battaglia per una legge sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale, strumento oggi indispensabile per contrastare la deriva neo-corporativa del sindacato.

    Si tratta quindi di saldare la battaglia referendaria ad una stagione vertenziale capace di unificare i lavoratori a tempo determinato con i lavoratori soggetti alle varie tipologie di lavoro precario, per l’estensione dei diritti e per la conquista di maggiori tutele contrattuali e normative per tutti.

    Non condividiamo perciò la posizione di chi, anche la Cgil, sostiene la possibilità di superare il referendum sull’art.18 con proposte di legge che si limitano a ridurre il limite dei 15 dipendenti. Ciò non risolve il diritto ad eguali tutele e diritti per tutti i lavoratori, lascerebbe fuori ancora una volta da queste tutele i lavoratori precari e romperebbe l’unità strategica tra la battaglia referendaria e una piattaforma generale per modificare le norme contrattuali e legislative che oggi rendono possibile un massiccio ricorso al lavoro precario ed alla flessibilità della prestazione lavorativa.

    Per questo chiediamo alla Cgil di abbandonare la sua attuale posizione (contraria al referendum) e di aderire alla campagna referendaria per l’estensione dei diritti.

    E’ necessario costituire da subito in tutti i territori e nei luoghi di lavoro dei comitati per il “SI” al referendum a partire dalle delegate e dai delegati di luogo di lavoro, e dai lavoratori precari.

    Dalle delegate e dai delegati Rsu può e deve partire una forte spinta a che tutto il sindacato che non ha condiviso il Patto per l’italia (a partire dalle sinistre sindacali ovunque collocate) sappia collegare la battaglia referendaria ad una nuova e necessaria iniziativa sindacale che liquidi ogni illusione concertativa e che sia capace di rappresentare il quadro dei bisogni che il mondo del lavoro esprime.

    Un tema, quello della capacità di rappresentare i bisogni, che è oggi posto con forza non solo dal mondo del lavoro ma anche da parte del movimento più generale che da Porto Allegre, passando per Genova, fino a Firenze ha fortemente collegato la questione dei diritti alla lotta per la pace e contro la guerra.
    Come delegate e delegati Rsu siamo consapevoli che la nostra battaglia per i diritti si incrocerà necessariamente con la battaglia contro la guerra. Una battaglia, anche questa, che va condotta senza se e senza ma, e che deve superare ogni timidezza ed indecisione.

    Di fronte alla Guerra e di fronte al rischio di una partecipazione Italiana anche indiretta al conflitto, il mondo del lavoro non può sopportare divisioni incomprensibili. Per questo, in caso di guerra la risposta deve essere l’immediata convocazione di uno sciopero generale nazionale unitario di tutte le sigle sindacali.

    Già la costruzione unitaria dei comitati per il Si, a partire dalle delegate e dai delegati Rsu a qualsiasi sindacato siano iscritti propone questo percorso unitario. Una unità sui contenuti delle battaglie generali per i diritti, per il lavoro, contro la guerra che già nei luoghi di lavoro è praticata dai lavoratori e dalle loro rappresentanze di base.

    Per questo attiveremo nelle prossime settimane riunioni in tutti i territori, per costituire ovunque i comitati per il “SI” e per definire scadenze e programmi di lavoro a sostegno alla campagna referendaria e per una vertenza generale, sui contratti, sul mercato del lavoro, sulla democrazia sindacale che colleghi questa campagna alle importanti scadenze di lotta dei prossimi mesi, e contro la guerra.

    Le delegate ed i delegati che si riconoscono nel movimento per un Coordinamento Nazionale delle Rsu

    Info: alma@pmp.it

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