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(31 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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Padova: boicottato il Piano ambientale del Parco Colli

(25 Maggio 2007)

Continua l’operazione di boicottaggio nei confronti del Piano Ambientale. Da parte di chi? Dello stesso Ente Parco! Si ricorderà che è con un suo parere di compatibilità col Piano Ambientale basato sulla falsificazione delle norme che è passata quella variante al PRG di Battaglia che prevede l’urbanizzazione delle Valli Selvatiche.

Più recentemente, stavolta ignorando del tutto le norme, lo stesso Parco ha espresso un parere favorevole al raddoppio della casa ex Bernardini, a metà del colle della Rocca, in pieno “intorno” di emergenza architettonica, operazione legata al tanto discusso ascensore.

In questi giorni, in modo ancor più disinvolto e sfrontato, il Parco ha dato il suo nulla osta a un intervento che prevede la costruzione di 8 nuovi appartamenti all’interno dell’area della villa chiamata Serraglio Contarini ora Albrizzi, in via Augustea a Este. Qui il Parco neanche si è posto il problema della compatibilità col Piano Ambientale: si è limitato a “prendere atto” del parere positivo espresso dalla Soprintendenza, che peraltro sul Piano Ambientale non ha alcuna competenza (e a parte i dubbi e le perplessità su questo parere positivo, che non è neanche chiaro a quale progetto si riferisca). Ma è possibile che l’organo preposto alla tutela dell’area parco e a far rispettare lo strumento base di questa tutela, abbia assunto il ruolo di primo “traditore” del Piano Ambientale? Purtroppo si, è possibile; e sono in pochi, pare, a preoccuparsi per questa anomala, inverosimile situazione. Una situazione che tra le altre deleterie conseguenze ha anche quella di creare dei “diritti” per quei privati cui vengono rilasciati i nulla osta. Per cui quando magari succede che ci si renda conto, sia pur tardivamente, della nefandezza?? dei provvedimenti autorizzati e ci si decida a fermarne in tempo la realizzazione (succede anche questo: vedi proprio il caso clamoroso delle Valli Selvatiche di questi giorni) ci si trova alle prese con presunti “diritti acquisiti” che altro non sono che il frutto della distorta applicazione delle norme del Piano Ambientale. E per soddisfarli si fanno altri regali ai privati (in questo caso una bella area edificabile in centro del paese).

Neanche i nuovi amministratori del Parco sembrano provare particolare imbarazzo per questa poco edificante situazione e si stanno pedissequamente allineando alla politica dei predecessori. Lo si è visto in particolare in occasione dell’ultimo Consiglio dell’Ente, il 17 scorso. Chiamato direttamente, con interrogazioni e interpellanze varie, a rispondere della correttezza dei provvedimenti presi, il Parco ha continuato nella strategia di nascondersi dietro risposte indecifrabili tanto nella forma quanto nella sostanza.

Siamo ormai in pieno in una di quelle situazioni, purtroppo certo non la sola, che assumono un emblematico significato del livello di degrado raggiunto dal modo di amministrare la cosa pubblica. Ma è compito solo delle associazioni ambientaliste reagire a questa situazione?

Gianni Sandon

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