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Unita' fittizie e unita' reali. Nel movimento contro la guerra senza se e senza ma

(25 Maggio 2007)

L'appello all'unità per la manifestazione contro Bush del prossimo 9 giugno, promosso da alcuni parlamentari dell'area di sinistra, è irrealistico e fa confusione. Non si vuole prendere coscienza del fatto che il voto in Parlamento a favore della guerra (reiterato sulle truppe in Afghanistan, sulle spese militari e su tutte le questioni del riarmo e della politica estera) ha spaccato il movimento su un fronte inconciliabile: da un lato chi giustifica e copre la guerra multilaterale e umanitaria, dall'altro il movimento controlaguerra senza se e senza ma. Oggi non ci basta dire No alla guerra unilaterale di Bush (che peraltro viene accolto in pompa magna dal governo di cui i promotori del presidio di Piazza del Popolo fanno parte), perchè l'Italia è complice della guerra multilaterale, in Afghanistan con le stragi di civili targate NATO e su tutti i fronti di guerra, compreso il fronte interno delle basi militari, del riarmo, degli F35, di Vicenza, dello scudo spaziale. La complicità dell'Italia nella guerra globale è il tema della manifestazione, inscindibile dalla protesta contro Bush, per cui abbiamo lanciato l'appello Nobush Nowar per il 9 giugno per un corteo di tutto il popolo della pace.
Separandosi da questa linea politica, alcune associazioni con rifondazione comunista hanno indetto un presidio che si limita a protestare contro Bush ma accetta la linea di guerra del governo. Anche la scelta del presidio a piazza del Popolo dimostra che non si può unire chi contesta la guerra e i suoi fautori e chi invece ha votato la guerra e l'alleanza con Bush ( parte integrante della politica estera italiana).
La divisione nel movimento è autentica e politica tra chi si oppone alla guerra e chi la copre e la giustifica, magari facendo ricorso a improbabili coperture dell'ONU o della NATO.
Per il movimento che il 17 febbraio ha detto NO alla nuova base di Vicenza, che in tutti questi anni ha protestato contro tutte le forme della guerra, dall'Iraq, all'Afghanistan , alla Palestina, che fin da Genova 2001 ha detto NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA, la vera manifestazione è il corteo lanciato dall'appello NOBUSH NOWAR DAY e promosso dall'Assemblea Nazionale di Roma svoltasi a Lettere il 18 maggio con più di 400 partecipanti in rappresentanza di numerosissime associazioni di movimento.
Il popolo NOWAR protesterà in un grande e pacifico corteo di massa - come a Vicenza il 17 febbraio - insieme a tutti e tutte coloro che vogliono rompere la complicità col governo di guerra degli USA e non vogliono più dare copertura alla politica di guerra del governo italiano ed alla insopportabile menzogna delle missioni di pace.

Nella Ginatempo

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