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Contratto Metalmeccanici. Quanto dobbiamo dare?

(25 Maggio 2007)

Il rito si rinnova ma va sempre peggio una piattaforma costruita per rispondere alle esigenze del padrone. Ovviamente la procedura segue la sua prassi il consenso manovrato, i padroni che si lamentano il sindacato che ribassa e nel nome della competitività gli operai devono ingugnare il rospo.

Ci sarà più attenzione a non farsi sfuggire la mano come nel contratto scorso, dove pur in presenza di modeste richieste si era compattato il fronte operaio e il controllo della lotta stava sottraendosi ai riti “democratici” del sindacato, gli operai incazzati stavano prendendo il sopravvento, così in fretta si è deciso di firmare.

Ma veniamo all’oggi

· Commissioni Stiamo ancora a rivendicare commisioni sindacati-padroni sulle informazioni che i padroni dovrebbero darci, sia sui loro piani strategici che sui problemi di fabbrica. Come se sindacalisti buoni a raccontarla facessero cambiare parere ai padroni e non fossero i rapporti di forza a determinare anche la più piccola conquista. L’esperienza insegna che queste commissioni fanno solo guadagnare ore di riposo ai nostri sindacalisti che sempre più sintonizzati sull’onda del capitale ci devono convincere sull’inevitabilità dei sacrifici.

· Categorie Le 5 fasce in cui dovrebbero essere distribuite le nuove categorie non cambieranno proprio niente, gli operai saranno raggruppati in fascia A o B e li rimarranno, modesti aumenti di salario e spostamenti dentro queste categorie sono legati più che alla professionalità alla completa disponibilità operaia ad accettare di tutto. In compenso sul sito internet della Cisl leggiamo .

Anche per i Quadri e le alte professionalità ci sono importanti richieste che andranno adeguatamente sostenute nelle forme che comunemente individueremo nei prossimi mesi. Per loro c’è qualche speranza in più.

· Orario Non ci si schioda dalle 40 ore dopo aver concesso l’orario plurisettimanale cioè 32 o 48 ore a seconda delle esigenze aziendali. Non sono più un tabù i 15 turni si possono allungare, che vuol dire lavorare il sabato e perché no alla domenica, ma qui il Papa non interverrà come con i Dico, l’unica condizione che pone il sindacato essere avvisati per tempo. I loro burocrati saranno ovviamente esenti.

· Precari Si stabilisce un tetto 15% di operai precari con i vari contratti capestro che oltre a danneggiare loro danneggiano anche gli altri operai e li dividono. Questo è un tetto già sfondato, perché contratti d’inserimento e apprendistato che non hanno nessuna garanzia di assunzione sono in aggiunta. In più in certi casi per provata necessità stagionale dopo una consultazione si può andare oltre il 15%. La strada del Governo non doveva essere in senso opposto? · Salario Qui si fa un po di fumo per confondere le miserie. La cifra che riguarda la maggioranza degli operai al terzo livello è 70 euro puliti trattabili e scaglionabili. E’ questo un adeguamento al costo della vita? O è un favore ai padroni che sfruttano una manodopera tra le più a buon mercato d’Europa. Poi parlano di aggiuntivi 30 euro lordi per quei disperati che non hanno nemmeno un contratto aziendale. Per noi “fortunati”che abbiamo il contratto aziendale non ci riguardano. Due conti sul costo della vita li sappiamo fare per cui non serve nessun commento.

Per noi queste proposte vanno bocciate in tutte le sedi. Servirà per valutare il punto di vista operaio su una politica sindacale che non ci appartiene più da tempo.

Ma è solo un primo passo perché questa linea va interrotta le nostre proposte vanno esattamente nella direzione opposta aumenti salariali più consistenti, ridurre il precariato, orari al passo con le esigenze operaie, se questo oltre che scontrarsi con i padroni si scontra con chi li sta servendo dobbiamo seriamente pensare a come costruire un sindacato operaio e tutte le occasioni che si presentano devono essere colte.

Dobbiamo cominciare a considerare i loro accordi, estranei ai nostri interessi, e per questo non vincolanti e dove c’è un minimo di forza combatterli, mettendo dei paletti al fine di contrastare questa regressione alle nostre condizioni di vita lavorativa. Perciò diciamo NO a questa piattaforma contrattuale e organizziamo dei momenti di incontro con quei delegati RSU ed operai del gruppo FIAT disposti a rimettere in moto la capacità di difesa e di lotta per i nostri bisogni ed interessi di classe.

Modena 25 maggio 2007

RSU SLAI-COBAS CNH MODENA

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